Secondo uno studio condotto da Jobrapido, il 46% degli italiani dichiara di trovare una motivazione lavorativa in più quando effettua trasferte di lavoro, anche se il 30% è consapevole che questo comporta un aumento delle ore lavorative. Il 45% sceglie di candidarsi solo per posizioni che includono numerosi spostamenti, e il 40% dichiara di lavorare meglio grazie al contatto con persone e culture diverse. Il futuro? Solo il 10% pensa che i viaggi diminuiranno per via delle tecnologie.
Nello specifico, la ricerca ha evidenziato che
- Solo il 22% dichiara di non apprezzare trasferte di lavoro e di trovarsi meglio seguendo la routine quotidiana in ufficio. Il 31% preferisce brevi trasferte a viaggi lunghi, mentre solo 13% accoglierebbe con favore lunghi periodi trascorsi all’estero per motivi professionali
- Quando si viaggia per lavoro, ben il 46% degli italiani ammette di essere più motivato, con un conseguente miglioramento della qualità dei risultati, anche se il 30% sa che questo comporterebbe un numero più elevato di ore di lavoro. Solo il 10% vive con apprensione una trasferta perché teme di non sentirsi a proprio agio in un ambiente diverso.
- Il 45% di chi cerca lavoro si assicura che la posizione cercata dalle aziende consenta loro di partire di frequente, mentre il 25% preferirebbe non fare molte trasferte e optare per orari e luoghi di lavoro più stabili. Per il 30%, la possibilità di viaggiare non è tra le priorità quando si cerca un impiego
- Dal punto di vista della carriera, il contatto con luoghi e persone diverse è un continuo stimolo a migliorare la propria attività, opzione scelta dal 40% degli intervistati. Il 25% è convinto che i viaggi consentano una crescita professionale più rapida. Si preferisce tuttavia viaggiare in compagnia piuttosto che da soli: il 37% preferirebbe farlo con i colleghi, in modo da avere un’esperienza più piacevole, mentre il 17% vorrebbe partire da solo per concentrarsi al meglio sulle attività da svolgere
- La tecnologia cambierà il modo di viaggiare per lavoro? Secondo il 54% degli intervistati le trasferte non diminuiranno, perché il contatto fisico rimarrà una componente ancora molto importante.