Nel 2012 l’export della provincia di Varese verso la Cina ha registrato un aumento del 9,1%, in controtendenza rispetto all’andamento delle esportazioni nazionali (-9,9%). Il settore dell’aeronautica è stato trainante. Inoltre il maggior peso dei consumi privati cinesi e la maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale offre opportunità nuove per il commercio e per gli investimenti esteri delle nostre Pmi. L’economia cinese è cresciuta a un tasso medio del 10,2% negli ultimi 12 anni ed è ormai diventata la seconda economia mondiale con una quota di Pil (PPP) sul totale mondiale del 14,3% nel 2011. L’elevata crescita degli investimenti fissi e delle esportazioni ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del Paese, a discapito tuttavia sia dei consumi privati, sia della sostenibilità ambientale e sociale. Il necessario ribilanciamento del modello di crescita cinese a favore di un maggior peso dei consumi privati e di una maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale offre nuove opportunità di commercio e investimento per i partner commerciali e per l’Italia.
L’analisi dei flussi di commercio internazionale del Paese – il cui interscambio con il resto del mondo nel 2012 ha toccato i 3.867 miliardi dollari (+ 6,2% in più rispetto al 2011) – evidenziano come la Cina sia già il 2° importatore al mondo di tecnologie per l’abbattimento dell’inquinamento e di quelle per l’efficienza energetica. Nel settore biomedicale, inoltre, la quota d’importazioni cinesi è quasi triplicata tra il 2000 e il 2010. L’interscambio Italia – Cina nel 2012 è sceso a 33,7 miliardi di euro (nel 2011 erano quasi 40 miliardi) e copre circa il 5% dell’interscambio italiano con l’estero.
Le relazioni commerciali tra i due paesi privilegiano ancora i settori “tradizionali”: arredamento e moda (dove l’Italia è ben posizionata nelle fasce di alta gamma) e beni capitali. Gli investimenti diretti esteri italiani in Cina coprono a loro volta il 2,1% del totale degli investimenti nel Paese dei Paesi dell’OCSE, posizionando l’Italia agli ultimi posti della classifica. Commercio e investimenti diretti esteri offrono dunque ampi spazi di rafforzamento, in particolare nei settori a più alto potenziale sui quali si vanno concentrando gli sforzi cinesi.
Durante il seminario sull’internazionalizzazione promosso da Intesa Sanpaolo per le Pmi lombarde, realizzato in collaborazione con l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese presso il Centro Congressi Ville Ponti, è stato sottolineato come l’export di prodotti manufatti della Lombardia in Cina si è triplicato tra il 2000 e il 2008 (da 781 milioni di euro a 2,4 miliardi) e, dopo la frenata del 2009, ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti nel biennio 2010-2011 toccando il massimo storico nel 2011. Al contempo ha registrato una crescita significativa anche l’import che ha raggiunto la cifra record di 11 miliardi di euro nel 2011. Analogamente a quanto emerso nel resto d’Italia, questo trend si è interrotto nel 2012 (import -12,6%; export -6%). Tuttavia nel primo trimestre 2013 l’export lombardo in Cina ha ripreso a crescere mettendo a segno un aumento tendenziale del 5,3%.
La Lombardia è di gran lunga la prima regione italiana per export verso la Cina: 2,9 miliardi di euro, un terzo circa delle vendite italiane sul mercato cinese. Varese è la terza provincia lombarda per export in Cina (289 milioni di euro pari al 2,9% dell’export complessivo della provincia) alle spalle di Milano e Brescia. L’export provinciale in questo mercato ha toccato un nuovo massimo nel 2012 e, grazie alla spinta del settore dell’aeronautica, ha registrato un balzo nei primi tre mesi del 2013 (+47,7%). L’export di Varese in Cina è concentrato nella meccanica, che rappresenta il 57% delle vendite complessive; seguono le vendite di aeromobili, chimica, tessile, gomma e plastica. Molto più differenziate le import della provincia con flussi dalla Cina di beni di consumo (abbigliamento ed elettrodomestici), ma anche beni di investimento (elettronica e meccanica) e intermedi (chimica e tessile).