Apparentemente sembra una notizia diretta a pochi soggetti. E invece la corretta manutenzione dei carrelli elevatori marcati CE e non marcati CE, è una tematica che interessa anche decine di migliaia di piccole e medie imprese. Nell’ambito della campagna SicuraMente, Sergio Salin e Giampiero Tartara, i due esperti della Commissione Trasporti Interni dell’UNI (Ente Nazionale Italiano per l’Unificazione), forniscono alcuni suggerimenti su come procedere nella manutenzione – www.sicuramente.org/corsi-per-carrellisti/.Nel caso di carrello elevatore marcato CE (conforme alla Direttiva Macchine) per manutenzione ordinaria s’intende quella prevista dal costruttore nel libretto di manutenzione, che ne stabilisce anche la frequenza e le modalità.
In questo caso, il costruttore garantisce che, seguendo le sue istruzioni, il carrello utilizzato correttamente per un periodo di 8 ore al giorno, in un ambiente che ha provveduto a definire “normale”, manterrà inalterato il proprio livello di sicurezza. La stessa Direttiva Macchine (recepita dallo Stato Italiano come da tutti gli Stati membri europei) attribuisce al costruttore l’obbligo di riportare queste informazioni sul manuale d’uso e manutenzione. Il datore di lavoro, dunque, nel caso sopra prospettato non ha dubbi sugli interventi da mettere in atto per aderire correttamente alle prescrizioni del D.Lgs. 81/2008.
Ma che cosa succede se il carrello elevatore, marcato CE, è utilizzato per poche ore al mese? O, ancora, che cosa si deve fare nel caso si disponga di un carrello “datato”, non marcato CE, privo di manuale d’uso e manutenzione?
A dispetto di quanto chiaramente richiedono le richiamate prescrizioni di legge, alcuni datori di lavoro ancora ricorrono a interventi di manutenzione su richiesta, altri stipulano contratti per il solo controllo dei dispositivi di sicurezza.
Sono tutte soluzioni sconsigliabili
Nel caso di manutenzione su richiesta, i carrelli vengono tenuti fermi il minimo indispensabile: così facendo, da un punto di vista produttivo si ha il costo minore, ma per quanto riguarda la sicurezza si perde completamente la possibilità di fare prevenzione. Ad esempio, non è scongiurata l’ipotesi di un improvviso cedimento strutturale, se di questo prima non si è avuto qualche segnale premonitore.
Ancora più subdolo è il ricorso a interventi atti a controllare soltanto i dispositivi di sicurezza. Nell’applicare questa procedura, generalmente, ci si limita a prendere in considerazione soltanto dispositivi tradizionali, trascurando il fatto che spesso alcune funzioni di sicurezza sono gestite dal software del comando e possono essere controllate esclusivamente con l’impiego di specifici strumenti, di norma, non facilmente reperibili sul mercato.
SicuraMente è la campagna promossa dalle aziende Jungheinrich, Linde, OM Still e Toyota, leader nel mercato nazionale dei carrelli elevatori, per sensibilizzare le aziende sull’importanza di lavorare in sicurezza negli ambienti dove operano attrezzature per la movimentazione delle merci.