Siamo la patria delle partite Iva ma con il reddito più basso

Secondo una ricerca della Confcommercio LItalia è la patria delle partite Iva, con una crescita dei professionisti non iscritti a ordini professionali aumentati di quasi il 49% dal 2008 al 2014, ma il loro reddito pro capite è diminuito del 10%.

La ricerca dedicata al ruolo delle professioni nel terziario ha evidenziato la necessità di
“dare risposte a una realtà – quello delle partite Iva – in cui il mercato è sempre più complesso e incerto”. In Italia, si legge nello studio, un quarto degli occupati complessivi sono lavoratori autonomi, il doppio rispetto a Francia e Germania. In particolare, a fronte della forte contrazione di tutte le componenti dell’occupazione (oltre 800mila posti persi nel complesso tra 2008 e 2014), i liberi professionisti con partita Iva hanno evidenziato un andamento anticiclico, con una crescita di quasi 130mila unità nel periodo considerato, che ne ha aumentato l’incidenza sul totale di quasi un punto, portandola al 5,8%. Inoltre l’85% della crescita dei professionisti è ascrivibile ai cosiddetti ‘non ordinistici’ (+111mila unità). E sono stati proprio i professionisti non ordinistici gli unici a far crescere il proprio reddito totale negli anni della crisi (+16%), tuttavia se si guarda al reddito pro-capite delle partite Iva si registra un calo del 22% in 5 anni, che è circa un terzo di quello degli ordinistici. Per Confcomnercio, allora, è necessario agire per tutelare queste professioni: le proposte vanno dal fisco (Irap, riforma studi di settore), alla
previdenza (riduzione aliquota contributiva), fino all’accesso al credito.

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