Dopo Losa Angele e New York e prima di Sungapore, Lorenzo Marini, artista che vive e lavora tra Milano, ha presentato a Venezia, in occasione della 57esima Biennale, una serie di opere tridimensionali che rappresentano lettere dell’alfabeto.
Un progetto, cominciato con la creazione della Type Art, allestito a Palazzo Zenobio, sede del Padiglione Armenia, in cui l’artista riflette sull’importanza della lettera come segno grafico, nel senso iconografico che anche la calligrafia orientale le attribuisce. Marini priva le lettere della loro funzione semantica e le traspone da un contesto bidimensionale a uno tridimensionale, regalando loro un volume scultoreo. Risultato: oggetti dall’estetica ludica, colorata e pop: «interessante – spiega l’artista – è dedicare a ogni singola lettera una geometria, una composizione, un’analisi cromatica, semantica, con tutti i rimandi che una lettera porta con sé». Marini partecipa anche alla mostra chARTer, organizzata da Giorgio Grasso, uno dei curatori ufficiali del Padiglione Armenia, ai Magazzini del Sale, Accademia di Belle arti di Venezia.