Ma “Perchè diciamo così”, esce il libro di Saro Trovato

Saro Trovato pubblica “Perché diciamo così”, il libro per scoprire i modi di dire che utilizziamo tutti i giorni

E’ disponibile il libro “Perché diciamo così” (Newton Compton Editori, 2020) scritto dal sociologo ed esperto di comunicazioni di massa Saro Trovato.

Trovato è fondatore di Libreriamo (www.libreriamo.it), la più importante community digitale italiana dedicata agli amanti dei libri e della cultura, in vendita nelle principali librerie italiane e nei più importanti bookstore on-line.

“I modi di dire fanno parte del nostro modo di parlare, di esprimerci e di essere parte di una comunità”, dice Saro Trovato. “Ogni famiglia ha il suo tradizionale bagaglio di espressioni e ciascuno di noi ne usa una propria personale selezione.

Tra i dieci game changer

E’ affascinante scoprire come alcune delle frasi che utilizziamo quotidianamente abbiano un significato ben preciso, a volte sorprendente, ben più calzante di quello che pensiamo.”

Il libro è un viaggio di ricerca sull’origine dei diversi modi di dire, molti dei quali hanno origine antica, ma ancora utilizzati nel linguaggio contemporaneo.

Un lavoro incrociato di verifica, utilizzando diverse fonti, al fine di offrire ai lettori una risposta il più possibile precisa e corretta, sul significato e le origini delle frasi fatte.

Sociologo ed esperto in comunicazioni di massa

Un libro che si pone anche come uno strumento per fare cultura e avvicinare alla lettura anche chi solitamente legge poco, perché scritto nella convinzione del fondatore di Libreriamo, di avvicinare le persone alla conoscenza attraverso un linguaggio semplice, immediato, accessibile a tutti.

“Perché diciamo così” è un libro leggero che vuole sottolineare l’importanza delle espressioni idiomatiche, molte delle quali cadute nel dimenticatoio a causa del sempre più frequente utilizzo di espressioni straniere e anglicismi.

“È un peccato che modi di dire siano relegati nella soffitta della lingua”.

Andrebbero, invece, “rispolverati” perché fanno parte del nostro patrimonio linguistico e indicano uno spaccato importante della nostra società.

Ogni modo di dire nasce all’interno di una data cultura, civiltà, epoca storica diventandone testimone, ambasciatore.

Uno degli obiettivi di questo libro è proprio questo: ridare dignità a tutti qui modi di dire che rischiano di essere dimenticati e di scomparire dalla memoria collettiva.

Fondatore di Libreriamo

“L’originalità dei modi di dire è che riescono a trasformare le parole in immagini. – sostiene l’autore –

Per certi versi, sono una rappresentazione visiva della lingua. Immortalano un momento rendendolo memorabile.

Le singole parole non avrebbero nessun senso e la frase nel suo complesso sarebbe incomprensibile se non legata ad una data situazione.

Le espressioni idiomatiche sono movimento, azione, vita

Tutto ciò è affascinante, perché è sinonimo di libertà linguistica. I modi di dire creano una rottura con tutte le regole della linguistica, sono trasgressione allo stato puro.

È un’opera dell’ingegno umano. Ciò che apparentemente non ha senso diventa carico di significato solo se contestualizzato e interpretato nel suo complesso.

Aiuta a comunicare in modo semplice, facilita la comprensione, stimola la memoria.

Inoltre i modi di dire sono espressioni proprie, particolari, di un determinato luogo le quali, spurgate della loro “volgarità” (del popolo) entrano a pieno titolo nel patrimonio linguistico nazionale. Anche per questo i modi di dire vanno tutelati.”

Ogni modo di dire è una creazione dell’uomo

È il creatore dello Story Engagement, una nuova metodologia di comunicazione utilizzata da prestigiose aziende e marchi internazionali, in grado di generare campagne di forte impatto e successo.

Nel 2012 ha fondato il media digitale Libreriamo, per promuovere la lettura, i libri e la cultura attraverso i canali digitali: oltre un milione di persone oggi ne seguono attivamente la Media Community.

Nel 2019 Facebook e Forbes Italia hanno premiato tale impegno, celebrando Saro Trovato tra i dieci game changer italiani avendo, attraverso i canali social, rivoluzionato la divulgazione culturale, avvicinandola all’interesse di sempre più persone grazie a un linguaggio innovativo e democratico.

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