Nonostante i datori di lavoro siano convinti che la maggior parte dei loro programmi di change management abbiano successo già nella fase iniziale, una nuova indagine di Towers Watson – www.towerswatson.com – rivela come soltanto un quarto delle società sia in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati nel lungo periodo. La ricerca Change and Communication ROI 2013 di Towers Watson ha rilevato che il 55% dei datori di lavoro ritiene che le loro iniziative di change management soddisfino gli obiettivi preposti. Tuttavia, solo un quarto degli intervistati afferma di essere in grado di renderne sostenibili nel lungo periodo i benefici. Si tratta di iniziative che possono comprendere cambiamenti di programma o di policy, trasformazione del business, fusioni o acquisizioni.
“La maggior parte delle società sta vivendo un momento di difficoltà nel mantenere il passo con le iniziative di change management in corso”, dice Edoardo Cesarini, country leader talent & rewards di Towers Watson Italia. “Le aziende in grado di sostenere nel tempo e con successo i cambiamenti sono quelle che si concentrano su alcuni elementi fondamentali: comunicazione, formazione, leadership, engagement e misurazione dei risultati. C’è un consenso quasi uniforme sul fatto che questi siano i fattori chiave del cambiamento, ma le aziende spesso non si dimostrano in grado di gestirli al meglio”.
L’indagine Change and Communication ROI 2013v ha messo in evidenza che la maggior parte delle aziende riconosce il ruolo chiave dei manager nella gestione dei cambiamenti. Anche se nove intervistati su 10 (87%) afferma di formare il proprio management per gestire i cambiamenti, meno di un quarto (22%) ammette che questa formazione risulti efficace. “I manager possono giocare un ruolo fondamentale nel risolvere queste situazioni. Per le società è il momento ideale per affrontare questo annoso problema da una nuova prospettiva, focalizzandosi sul ruolo del manager. Per compiere cambiamenti di successo è necessario che le imprese modifichino il loro approccio formando i manager in maniera più efficace e comunicando costantemente con loro”, prosegue Cesarini.
Solo due terzi (68%) dei dirigenti afferma di comprendere il messaggio che sta dietro alle principali decisioni organizzative. A livelli manageriali inferiori la comprensione si riduce ulteriormente. Solo la metà (53%) dei middle manager e il 40% delle prime linee di supervisori afferma che i dirigenti spiegano loro in maniera efficace le ragioni che stanno alla base delle principali decisioni. “ Perché i manager possano assumere un ruolo di leader, è necessario che siano messi in grado dalle aziende, di concentrarsi e informare, coinvolgere e abilitare i loro collaboratori. I manager devono capire le ragioni per cui le persone resistono al cambiamento e comprendere di essere essi stessi i primi a resistere al cambiamento. Devono inoltre essere presenti, dialogare da subito e spesso con i propri team, e assicurarsi che i dipendenti siano consapevoli di avere un ruolo nel successo dell’azienda”, conclude Cesarini.