Milano città, spesa da 27 miliardi all’anno per le famiglie
“Conto” familiare da 3 mila euro al mese, gli stranieri devono accontentarsi della metà
Si tagliano abbigliamento, sanità, cultura
Si spende per tabacchi, arredo, mutuo, istruzione e trasporti
Sette famiglie su dieci spendono tutto per mantenersi
Milano, 22 luglio 2013. Vale 27 miliardi all’anno la spesa delle famiglie milanesi. Mantenere la famiglia costa in media circa 3 mila euro al mese e sette nuclei milanesi su dieci non riescono più a risparmiare, spendendo tutto per mantenersi. A Milano una famiglia spende di più che a livello regionale e nazionale: 3.068€ al mese (dato costante in termini reali rispetto all’anno precedente), ovvero, con l’esclusione della rata per il mutuo, 96€ in più rispetto alla Lombardia e 543€ in più rispetto all’Italia. Tra gli alimentari si taglia la carne (il 27% la compra di meno) e su tutta la spesa si risparmia su abbigliamento (-20,8%), sanità (-17,2%), cultura (-12,3%). In forte crescita le spese per i tabacchi (+40,7%), l’arredo (+20%), l’istruzione (+15,9%), combustibili ed energia (+9%). In media a Milano le famiglie con la persona di riferimento di nazionalità straniera vivono in ristrettezze e spendono quasi la metà per mantenersi, 1.841€ al mese rispetto ai 3.207€ di quelle con referente di nazionalità italiana.
Emerge dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi delle famiglie milanesi, rilevazione consumi effettuati tra marzo 2012 e febbraio 2013 su 900 famiglie milanesi.
“I dati presentati oggi – dichiara Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il Lavoro, Ricerca e Università del Comune di Milano – confermano un quadro molto preoccupante per le famiglie milanesi e non solo, i segni della crisi economica che stiamo attraversando si mostrano in tutta la loro gravita facendo segnare un calo drastico nei consumi soprattutto in settori come abbigliamento o le calzature ma ancor più preoccupante nel settore delle spese sanitarie e della cultura. Questi dati – conclude l’assessore – ci indicano che la priorità oggi per gli enti pubblici è quella di mettere in atto politiche anticicliche di crescita e sostegno alla domanda interna. Il sostegno all’occupazione ed al lavoro devono essere una priorità a livello locale e nazionale. Sicuramente lo sono per il Comune di Milano che insieme a Camera di Commercio negli ultimi mesi ha messo in campo diverse iniziative di sostegno all’occupazione come il Bando occupaMI recentemente chiuso.”
“La Camera di commercio e il Comune di Milano – ha dichiarato Erica Corti, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – offrono con la rilevazione dei consumi delle famiglie milanesi uno strumento significativo per monitorare da un lato le esigenze quotidiane dei milanesi e dall’altro la situazione economica del territorio, che ha impatto sulle imprese. Per la prima volta vengono analizzate anche le famiglie straniere che presentano una situazione di consumi diversa rispetto a quelle di origine italiana per i costi molto più contenuti e per la tipologia di beni scelti”.
Le principali spese degli italiani e degli stranieri. Le famiglie milanesi di nazionalità italiana spendono mediamente circa € 1.400 in più rispetto alle famiglie milanesi di nazionalità straniera. Per le spese alimentari, la differenza di spesa è pari a €187. Differenti modalità abitative caratterizzano i diversi gruppi familiari: le famiglie di cittadini stranieri vivono per la maggioranza in affitto (80%), rispetto agli italiani che per il 78% sono possessori dell’abitazione. Questo elemento determina anche l’ulteriore differenza riguardante l’affitto figurativo (un “artificio statistico” utilizzato a livello nazionale e calcolato come l’ammontare del canone mensile ottenibile in caso di affitto ipotetico della casa di proprietà o in uso gratuito) che incide in misura preponderante presso gli italiani (23% della spesa totale contro il 9%). Con una quota pari al 36% della spesa complessiva, la voce casa è quella che incide maggiormente sul bilancio delle famiglie milanesi di nazionalità italiana: tra i costi per l’abitazione, l’acqua e le spese di condominio 16%, l’affitto mensile 9% e la manutenzione straordinaria 4%, senza però includere il fitto figurativo, pari al 64%. Per le famiglie di nazionalità straniera la voce casa pesa il 37% della spesa totale: l’affitto rappresenta il 62% dei costi per l’abitazione, seguito dall’acqua e dalle spese condominiali, 9% e dalla manutenzione straordinaria, 1%, mentre un quarto della spesa è rappresentato dal fitto figurativo.
Tra le voci di spesa per i generi alimentari, rispetto allo scorso anno aumenta la spesa per pane e cereali (+33,6%), per zucchero e caffè (+23,7%), per le bevande (+9%), per il pesce (+8,1%) e per frutta e verdura (+5,7%). La carne è il prodotto che si è ridimensionato maggiormente, nonostante una crescita del +3,6% rispetto al 2011: solo il 50% continua ad acquistare carne per le stesse quantità e qualità e il 27% ne ha limitato l’acquisto. Uno su dieci sostituisce il prodotto, per esempio carne di maiale al posto di carne di vitello.
Tra le spese per i beni non alimentari, nell’area milanese si contrae la spesa per abbigliamento e calzature (-20,8%). Cali importanti anche per le spese sanitarie (-17,2%) e per il tempo libero e la cultura (-12,3%). In forte crescita le spese per i tabacchi (+40,7%), per i mobili e gli elettrodomestici (+20%) e per il mutuo (+19,9%). Crescono del 15,9% le spese per l’istruzione. La categoria dei trasporti registra un incremento del +12,7%; aumentano anche le spese legate all’acquisto di combustibili ed energia (+9%).
Le spese per tipologia di famiglia. Se una coppia consuma 3.230€ al mese, per un nucleo di tre componenti il consumo medio sale di 417€. All’aumentare del numero di componenti, le spese familiari crescono infatti in modo non proporzionale: si passa da un incremento di 417€ mensili di spesa per il terzo componente, a un incremento di 1.022€ per i nuclei familiari con quattro o più componenti. Vivere da single è una condizione sempre più diffusa (vive da solo il 48% degli italiani e il 66% degli stranieri), ma sempre meno conveniente: dividere le spese con un’altra persona, soprattutto quelle per la casa, fa infatti risparmiare quasi il 30%.
Centro e periferia. C’è divario quantitativo tra i consumi dei residenti del centro e delle periferie: in centro si spendono 907€ in più che in periferia (3.763€ rispetto a 2.856€) e la maggior parte della spesa è assorbita dall’abitazione (707€, 19%). In periferia invece, a fronte di una spesa per la casa di 412€, si spende di più per mangiare (15% contro il 12% del centro) e per i trasporti (11% contro 6%).
Tutti i dati della ricerca
Alimentari. Nell’ambito delle spese destinate ai beni alimentari le voci più importanti sono la carne (21,9%, 95€ al mese) assieme alla frutta e verdura (19,2%, più di 80€). Seguono pane e cereali (14%), latte, formaggi e uova (12,5%), zucchero, caffè e drogheria (12,1%), le bevande (10,9%) e infine il pesce (6,8%). Rispetto al 2011, i consumi alimentari delle famiglie milanesi sono cresciuti del +5,7%, rappresentando come nel 2011 il 14% del totale. Tra le singole voci, aumenta soprattutto la spesa per pane e cereali (+33,6%), zucchero e caffè (+23,7%), bevande (+9%) e pesce (+8,1%).
Non alimentari. I consumi non alimentari delle famiglie milanesi salgono a quota 2.529€ mensili (+3,1% rispetto al 2011, pari all’85% dei consumi totali). La composizione per quote di spesa vede al primo posto l’abitazione (14%), seguita da altri beni e servizi (12%) e dai trasporti (10%). Crollo della spesa per l’abbigliamento e le calzature (-20,8%), per la sanità (-17,2%) e per il tempo libero e la cultura (-12,3%). In forte crescita la spesa per i tabacchi (+40,7%), per i mobili e gli elettrodomestici (+20%) e per il mutuo (+19,9%). La spesa per l’istruzione è in aumento rispetto al 2011 del +15,9%.
La spesa per abitare. Fitto figurativo a parte (un “artificio statistico” utilizzato a livello nazionale e calcolato come l’ammontare del canone mensile ottenibile in caso di affitto ipotetico della casa di proprietà o in uso gratuito), le maggiori quote di spesa per la casa sono assorbite dalle bollette dell’acqua e dalle spese condominiali (15,2%, -1,8% rispetto al 2011). Seguono quelle per l’affitto (14,8%) e per la manutenzione straordinaria (3,7%). La spesa media sostenuta dalle famiglie di nazionalità italiana per l’abitazione è pari a 1.181€, quella delle famiglie con persona di riferimento straniera è di 688€.
Per zona. Se consideriamo la spesa media per famiglia milanese sulla base della zona di residenza, il consumo più elevato si registra nel centro città con una spesa media di 3.763€, seguito dal semicentro con 2.993€ e dalla periferia con 2.856€. Chi vive in centro spende di più per l’abitazione (707€ mensili, 19% rispetto al 14% del semicentro e della periferia), per altri beni e servizi (495€, 13% del totale) e per prodotti alimentari (440€ al mese). Chi vive in periferia spende di più per i prodotti alimentari (435€), per l’abitazione (412€), per altri beni e servizi (347€) e per i trasporti (336€ contro i 235€ degli abitanti del centro città).
Per età. I nuclei familiari di giovani under 35 sono quelli che spendono meno (2.333€ mensili), quelli di over 50 quelli che spendono di più (3.508€). In generale, indipendentemente dalla fascia d’età, si spende di più per i generi alimentari, l’abitazione, altri beni e servizi e i trasporti. I nuclei familiari di anziani spendono in media 180€ al mese per visite mediche e medicine.
Per nazionalità. In generale le famiglie di nazionalità italiana spendono di più di quelle con la persona di riferimento straniera, 466€ al mese contro 279€ per i prodotti alimentari, 404€ contro 262€ per altri beni e servizi, 319€ contro 224€ per i trasporti. Gli stranieri, invece, spendono di più degli italiani per l’abitazione (rispettivamente 514€ al mese contro 428€, senza contare il fitto figurativo) e per le sigarette (32€ contro 24€).
Per dimensione del nucleo familiare. Vivere da single non conviene: chi vive da solo spende in media al mese 2.267€ mentre dividere la casa e le spese con un’altra persona fa risparmiare quasi il 30%. Tra un nucleo familiare di due componenti (3.230€) e uno di tre componenti (consumi medi mensili: 3.647€) vi è una differenza di spesa di 417€ al mese; la spesa tocca il massimo per le famiglie con 4 componenti o più (4.669€).