Sace mette sul piatto della bilancia una nuova linea di garanzie da 2 miliardi di euro dedicata alle imprese italiane, che operano o intendono operare in Cina. L’iniziativa consentirà alle imprese, in particolar modo alle Pmi, di accedere a finanziamenti garantiti da Sace – anche in valuta locale – a sostegno dei piani di sviluppo nel Paese (investimenti in reti distributive, joint venture produttive, acquisizioni di aziende locali, spese pubblicitarie, punti vendita, acquisto macchinari, etc…); vendere merci o servizi offrendo ai propri clienti cinesi dilazioni di pagamento fino a 5 anni, attraverso l’utilizzo di lettere di credito e assicurandosi dal rischio di mancato pagamento, e incassare anticipatamente i pagamenti dovuti dai clienti cinesi, assicurandosi da rischio di insolvenza.Sono 14 i gruppi bancari cinesi pre-affidati da Sace: Agricultural Bank of China, Bank of China, Bank of Communications, Bank of Shanghai, China Citic Bank, China Construction Bank, China Development Bank, China Ex-Im Bank, China Guangfa Bank, China Merchants Bank, Industrial Bank, Industrial & Commercial Bank of China, Ping An Bank, Shanghai Pudong Development Bank. La capacità d’intervento di Sace a sostegno degli esportatori italiani è rafforzata dall’accordo di riassicurazione con Sinosure, agenzia di credito all’esportazione cinese. E quindi la Cina si conferma un mercato ad alto potenziale di crescita per l’export italiano che, secondo le previsioni di Sace, crescerà a un tasso medio annuo dell’11% nei prossimi quattro anni. Export italiano in Cina: andamento e previsioni Nel 2013 l’export italiano in Cina si è attestato a circa 10 miliardi di euro, in aumento del 9,5% rispetto all’anno precedente, a fronte di una dinamica stazionaria del nostro export verso il mondo. La performance delle vendite dall’Italia nel paese è sempre stata sostenuta, con un tasso di crescita medio annuo superiore al 17% nel periodo pre-crisi (2000-2007), sceso all’8,3% tra il 2008 e il 2012, a causa del calo del 10% registrato nel 2012. Nei primi quattro mesi del 2014 le esportazioni italiane nel Paese sono cresciute del 10% circa e, secondo le previsioni di Sace, nel prossimo quadriennio registreranno un tasso di crescita medio annuo dell’11%. Oltre il 50% dell’export italiano nel paese è rappresentato dai beni di investimento, principalmente meccanica strumentale: prodotti che generano una forte domanda in Cina, alla luce delle esigenze di ammodernamento ed innalzamento degli standard qualitativi dell’industria. Anche le esportazioni di beni di consumo (durevoli e non) stanno assumendo un ruolo via via gradualmente crescente, sostenute da: 1) l’aumento della classe media; 2) la crescita dei consumi interni, che registreranno tassi superiori all’8% in media nel periodo 2014-2019 anche grazie agli stimoli ai consumi promossi dal governo (che sta puntando a innalzare la componente di domanda interna in un’economia di tipo export-led); 3) il processo di urbanizzazione che sta coinvolgendo non più soltanto le grandi città costiere, ma anche le regioni interne caratterizzate da un minor grado di sviluppo. I nuovi consumatori cinesi, accomunati dalla giovane età (oltre il 70% ha meno di 45 anni), da un elevato grado di digitalizzazione e dal cambiamento delle convenzioni sociali (oggi l’esibizione della ricchezza non è più considerata poco decorosa come in passato) sono attratti soprattutto dai beni di lusso. La Cina è il terzo importatore di prodotti finali di fascia medio-alta dei settori alimentari, arredamento, abbigliamento, occhialeria e gioielleria (cosiddetti beni belli e ben fatti, BBF) per l’Italia, dopo Russia e Emirati Arabi Uniti. Nel 2019 le nostre esportazioni di questi beni verso il paese supereranno i 18 miliardi di euro (circa 12 miliardi nel 2013), grazie anche a politiche commerciali meno restrittive nel paese (il dazio medio calcolato su beni BBF è del 21%). Circa il 30% della spesa per consumi a Pechino nel 2030 sarà diretta verso alimentari e arredamento e ben 5 città cinesi saranno tra i primi 10 mercati mondiali per l’abbigliamento. Alcune operazioni di Sace in Cina Questi dati e tendenze trovano conferma anche nell’attività di Sace che, in Cina negli ultimi anni, ha concluso operazioni nei settori agro-alimentare, meccanica strumentale, arredamento e design, gioielleria. Con un impegno di 72.000 euro, ha assicurato le forniture di vino commissionate da un’impresa di Hong Kong a Paolo Scavino, azienda vitivinicola della regione del Barolo. Ha garantito un finanziamento da 50 milioni di euro per sostenere il programma di sviluppo industriale nei mercati asiatici della mantovana Ufi Filters, tra i maggiori produttori al mondo di sistemi di filtrazione destinati principalmente al settore automotive. Ha garantito un finanziamento da 2 milioni di euro per sostenere l’aumento di capitale della controllata cinese di Poltrona Frau, il noto brand di arredamento d’alta gamma. Ha garantito una linea di credito da 2 milioni di euro per sostenere le spese di start-up, ricerca & sviluppo e di apertura di nuovi punti vendita in Europa e in Cina di Materassificio Montalese, azienda di Pistoia leader nella produzione e commercializzazione di materassi con marchio Per Dormire. Ha garantito un finanziamento da 11 milioni di euro destinato a sostenere i costi di apertura di nuovi retail stores in Cina e nel Sud-est asiatico da parte di Damiani, noto brand della gioielleria di alta gamma. Ha garantito finanziamenti per 8 milioni di euro per l’apertura in Cina di nuovi punti vendita a marchio Morellato. Il brand fa capo a Morellato group, leader europeo nella gioielleria e orologeria. Ha garantito un finanziamento di 1 milione di euro a sostegno degli investimenti produttivi in Cina e Germania di Idea, azienda veneta specializzata nella progettazione, assemblaggio e commercializzazione di prodotti elettronici per il risparmio energetico. Ha garantito un finanziamento da 800.000 mila euro erogato in favore della veronese Dellas per la costituzione di due joint venture in Cina e Turchia. Dellas è una società specializzata nella produzione e commercializzazione di utensili diamantati per la lavorazione di marmo, granito, cemento e asfalto. 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