La moratoria per le rate dei mutui è stata rinnovata dall’Abi fino al gennaio 2013. Consente di sospendere le rate per un anno in caso di perdita del posto di lavoro (o cessazione del contratto a termine), entrata in cassa integrazione, morte o grave infortunio. L’arco temporale per la definizione di ritardo nel pagamento delle rate è rimodulata a 90 giorni e potranno utilizzare lo strumento solo i soggetti che non lo abbiano mai fatto in passato. Gli interessi passivi, continueranno a maturare e saranno pagati, solo per la quota di nuovi interessi, regolarmente alla scadenza nel periodo di sospensione. E’ una misura per le famiglie ma anche per le piccole e medie aziende in difficoltà. Una situazione che una nota dell’Abi definisce unica in Europa. Secondo gli ultimi dati disponibili, al 31 marzo 2012, le banche hanno sospeso circa 68 mila mutui, pari a oltre 8 miliardi di debito residuo, garantendo ai nuclei interessati una liquidità aggiuntiva di 513 milioni di euro (circa 7.000 euro a famiglia). Il provvedimento inizialmente pensato per superare un momento di crisi passeggero, vista l’attuale situazione economica in molti casi è esiziale per la sopravvivenza delle economie domestiche e delle piccole imprese. A questo punto della situazione economica l’Abi è chiamata a considerare in modo reale e pratico la ricontrattazione del mutuo che andrebbe facilitata come leva di rilancio economico e soprattutto per evitare default di migliaia di famiglie indebitate e con i consumi ormai azzerati.