Nel corso del 2012 in Italia sono stati venduti poco meno di 7 milioni di orologi da polso, per un valore di 1,14 miliardi di euro. E’ questo il dato principale che emerge dalla ottava indagine annuale sugli acquisti di orologi da polso in Italia effettuata da GfK Retail & Technology per conto di Assorologi. Dati più che negativi. I consumi sono calati sul 2011 sia a valore (-3,6%) sia a quantità (-2,8%). Per la prima volta negli otto anni di rilevazione si scende, sia pure di pochissimo, sotto il muro dei 7 milioni di pezzi. Il prezzo medio resta praticamente uguale da 164 a 163 euro. Per il 47% si tratta di orologi da donna (43,1% della spesa a valore). Gli orologi da uomo sono il 40,2% (52,3% della spesa a valore) e quelli da bambino solo il 12,8%. Si tratta in maggioranza di orologi con movimento al quarzo (78,2%), con cassa in acciaio (67,8%). Ottima la performance degli orologi con cassa in materiale plastico, che sfiora il 25% dei pezzi. Per il 78,2% dei casi ha funzione “solo tempo”, mentre nel 20,1% dei casi (25% a valore) ha anche funzione cronografo. Il cinturino in genere è in metallo (42,2% a quantità, 55% a valore) o in plastica/resina (34,1% a quantità).
“Non sono momenti facili ed è ovvio che il clima di sfiducia e di attesa che contagia il consumatore non può non riflettersi anche sul nostro mercato”, dice il presidente Assorologi Mario Peserico (nella foto). “Così come fatto lo scorso anno, mi sembra però giusto evidenziare che l’orologeria tutto sommato tiene molto meglio di altri comparti e riesce a difendere immagine, competitività ed attrattività. Il settore si augura che le travagliate vicende politico istituzionali possano risolversi rapidamente e consentire l’adozione di misure mirate all’incentivazione e alla crescita dei consumi, a partire dalle politiche fiscali”.
Gioiellerie ed orologerie (tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale) sono i canali che attraggono maggiormente le scelte del consumatore italiano, ma perdono terreno in misura evidente rispetto al passato (60% a quantità, 65% a valore). In crescita i valori trattati dalla grande distribuzione (3,1% a quantità, 2,1% a valore), mentre calano molto i negozi mono-marca (8% a quantità, 3,7% a valore). Raddoppia in un anno il canale Internet (aste ed e commerce) che vale il 9% a volume e il 8,3% a valore. Si mantiene significativa la quota detenuta da bancarelle e dalle vendite in strada (6,9% a quantità, ma 3,4% a valore). Nel 52% dei casi il prodotto è acquistato per regalarlo ad un’altra persona, mentre nel rimanente 48% si tratta di un acquisto fatto per se stessi. Al di fuori del nucleo familiare, i destinatari del regalo sono principalmente parenti (54,1%) e conoscenti/amici (33%). La fascia d’età più importante dei destinatari dell’orologio regalato è quella che va dai 31 ai 40 anni. Solo il 59% degli acquirenti compra l’orologio che aveva in mente. I motivi dell’acquisto diverso rispetto alle prime intenzioni sono principalmente legati al prezzo (42%). La decisione di acquisto è sempre più legata al design (45,7%) e al prezzo (37,8%), ma si conferma di grandissima importanza anche la brand awareness (fiducia e conoscenza della marca) che cresce fino al 31,2%.