Ascri, un’associazione dedicata alla prevenzione delle crisi d’impresa, che riunisce commercialisti, industriali e uomini della finanza, ha presentato un insieme di regole di comportamento per gestire il delicato passaggio del cambio di consegne generazionale nelle imprese familiari. Solo il 31% delle imprese familiari riesce a passare alla seconda generazione e solo il 15% alla terza generazione (dati Infocamere 2012), spesso con problemi per quelle imprese che passano di mano.Considerato che la grande maggioranza delle imprese italiane sono imprese familiari, anche se le grandi famiglie alla fine degli anni ’80 per sopravvivere hanno dovuto vendere alle multinazionali, dal settore alimentare al manifatturiero, il problema di come affrontare con successo il passaggio generazionale è di grande rilevanza. “Il passaggio generazionale è un momento molto delicato soprattutto per le piccole e medie imprese”, dice Claudio Pastori, (nella foto) presidente Ascri, “ma non facile neppure per grandi imprese. Il fatto è anche che molte imprese spesso pensano di risolvere il problema autonomamente, prescindendo dal ricorrere agli esperti di settore: un buon manager che gestisca la transizione, prima di tutto, ma anche esperti legali e fiscali. Non basta, bisogna prepararsi per tempo, anche perché può verificarsi una scomparsa prematura del leader dell’impresa, il che vuol dire anche 10 o 20 anni prima, e seguire delle regole precise che pe la prima volta sono state codificate da un gruppo di lavoro dell’Ascri”.
Il pacchetto di proposte, scaturito da un gruppo di lavoro dell’Ascri, verrà presentato alla platea dei 500 partecipanti al 4° Convegno annuale Ascri, dove verrà discusso e ulteriormente elaborato. Il Convegno si terrà sabato 12 aprile 2014 a Baveno (Verbania), tra i relatori: Elena Zambon, Presidente dell’Associazione italiana delle imprese familiari (Aidaf); Guido Corbetta, professore dell’Università Bocconi; Alberto Nobolo, professore della Università Milano Bicocca; Andrea Pontremoli, ad della Dallara Spa; Giuseppe Turri del Fondo Clessidra, Claudio Pastori, presidente Ascri. Saranno presenti anche i manager di diverse imprese familiari che illustreranno le case history – http://www.ascri.it/storicoEventi.php –.
LE 10 REGOLE D’ORO PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE DELLE IMPRESE FAMILIARI
1) La costituzione per tempo di un Patto Legale della famiglia scritto che stabilisca le regole legali: dalla gestione di potenziali conflitti alle retribuzioni dei membri di famigli impegnati nell’impresa.
2) Il Patto della famiglia dovrà altresì stabilire le regole fiscali: all’erogazione dei dividendi; dalla creazione di holding familiari all’eventuale istituzione di trust, fondazioni etc.
3) Non utilizzare i denari dell’azienda “a leva” per eventuali liquidazioni ai soci o ai familiari.
4) Complementare al Patto la stipula, a tempo debito, di strumenti assicurativi che garantiscano un sostegno finanziario nel momento del passaggio generazionale, in caso di liquidazioni, vendita o cessione di quote societarie, etc.
5) La nomina di un manager che accompagni la transizione: possibilmente una figura non aziendale competente, senza pregiudizi e con una visione strategica (a meno che non esista in azienda un manager dotato di know how, ma privo di interessi personali, indipendente e senza pregiudizi).
6) Per le piccole imprese, il commercialista storico può avere un ruolo rilevante.
7) L’imperativo di evitare l’indebitamento dell’azienda per eventuali liquidazioni di soci membri della famiglia o, peggio, la frammentazione della proprietà dell’azienda.
8) La salvaguardia dei posti di lavoro per i dipendenti strategici è importante per il futuro dell’impresa, che è un insieme di persone.
9) Le banche, attente all’indebitamento dell’azienda, devono saper ideare sistemi di finanziamento che non pregiudichino l’attività aziendale.
10) Non scartare aprioristicamente l’idea di appoggiarsi ad un “fondo” qualora non si individui un passaggio generazionale in grado di cavalcare la crescita.