Pedagogia e Politica nella cultura convenzionale sono considerate due discipline irrimediabilmente separate.
In questi trentenni, l’Ontopsicologia ha veicolato la propria proposta pedagogica in tutto il mondo, facendone paradigma e materia di studio anche nell’ambito delle Nazioni Unite e di prestigiose Istituzioni internazionali correlate.
Dal 18 al 22 luglio 2018 a Lizori (Pg) con l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e di European Economic and Social Commitee, si svolgerà la trentesima edizione del Summer Session di Ontopsicologia che ripropone il tema prescelto per il Congresso Internazionale che si era tenuto nel 1984, “Pedagogia e Politica”, nella certezza che il binomio non è più un tabù ma anzi un auspicio. Nella fiducia di poter condividere la correlazione ritrovata con altre umanità e scuole di pensiero, per costruire in concreto – insieme – la cinque giorni di Lizori, organizzata dalla Scientific and Humanistic Research Foundation
Antonio Meneghetti, si propone di affrontare un percorso che restituisca alla prima, la pedagogia, la propria ragion d’essere e alla seconda, la politica, una propria dimensione etica. Sempre e soltanto per “perseguire l’autenticamente umano”.
Per l’occasione verranno presentati in maniera integrale i dati di un sondaggio sulla Pedagogia “L’arte di formare l’uomo-persona nella funzione sociale. Scopo della pedagogia è realizzare un adulto in grado di essere vero per se stesso e funzionale per la società”, realizzato da HeG per conto della Fondazione Meneghetti. Da qui il concetto di “doppia morale” inteso in senso positivo. Una è la morale “interiore”, interna cioè all’individuo. L’altra è quella esterna, per realizzare ciò che è possibile in relazione alle strutture socio-giuridiche della storia. Di seguito alcuni dati emersi dal sondaggio.
La Pedagogia, intesa nell’accezione di questa inchiesta, è premessa indispensabile per svolgere correttamente un ruolo politico?
-Si: 52%
-No: 23%
-Non so: 25%
Il “Si” ha raccolto consensi soprattutto tra i giovani, in particolare tra quelli ancora impegnati nello studio, propensi a svolgere attività di teorizzazione e concettualizzazione.
Il “No” si è registrato in particolare tra i docenti di scuole di formazione non universitarie, che hanno prevalentemente motivato la propria risposta affermando di confrontarsi abitualmente con persone già adulte e dalla personalità formata. In generale, il “No” è attribuito al fatto che la scelta di fare politica non necessariamente viene considerata frutto di una scelta ponderata, ma di occasioni e casualità della vita.
Maggioritario il “Si” anche tra i politici, che comunque hanno posto l’enfasi su una propensione innata a occuparsi della società nel suo complesso.
La percentuale relativamente alta dei “Non so” indica che la tematica, almeno espressa esplicitamente, non era stata mai presa in considerazione da tutti. Tuttavia una argomentazione tipo per gli intervistati che hanno risposto “Non so”, è stata: “Non mi ero posto il problema, ma riflettendo è un tema importante, che va approfondito”.
Il rapporto Pedagogia/Politica viene dunque visto come rilevante, almeno dal punto di vista potenziale. La maggioranza del campione è convinta che alla base dell’attività politica ci debba essere una formazione/realizzazione personale, metro per comprendere i bisogni sociali.
La doppia morale, sempre intesa nell’accezione positiva sviluppata in questa inchiesta,viene effettivamente seguita?
-Si: 33%
-No: 15%
-Non so: 52%
In questo caso, le percentuali delle tre risposte si ripartiscono in modo quasi equivalente nei tre target considerati. L’alto numero dei “Non so” trova giustificazione nella difficoltà nel definire e scindere con precisione le due morali. Il tema viene comunque ritenuto affascinate dalla maggioranza del campione, che gradirebbe approfondirlo.