Secondo la Bce la fase di ripresa dei prezzi delle abitazioni nell’area dell’euro è terminata. Uno studio economico dedicato agli immobili “Andamenti recenti dei prezzi degli immobili residenziali nell’area dell’euro”, evidenzia come nel secondo trimestre del 2016 il tasso di crescita annuale dei prezzi delle abitazioni è stato pari al 3%, in aumento dal 2,7% del trimestre precedente e dal 2,2% dell’ultimo trimestre del 2015.
Prosegue quindi una fase di ripresa cominciata agli inizi del 2014 dopo il minimo raggiunto dall’indice dei prezzi delle abitazioni. I tassi di crescita annuali sembrano ormai tornati in linea con la media di lungo
periodo. In termini reali, correggendo i prezzi delle abitazioni con il deflatore del pil quale misura
dell’inflazione di fondo, la crescita annuale dei prezzi reali delle abitazioni è stata superiore alle medie
di lungo periodo. Oltre la volatilità di breve termine della crescita dei prezzi delle abitazioni, tra i Paesi che
hanno registrato i più alti tassi di crescita annuale medi dei prezzi nominali delle abitazioni residenziali dagli inizi
del 2014 troviamo Germania, Estonia, Irlanda, Lussemburgo, Austria e Portogallo. Nel complesso, questa ripresa è
favorita da una crescita sostenuta sia nei Paesi che non avevano registrato un crollo del mercato residenziale all’indomani della crisi finanziaria (come Germania e Austria) sia nei Paesi che hanno subito il calo, ma che nel frattempo hanno registrato correzioni che agevolano una ripresa futura (ad esempio, Irlanda, Spagna, Lettonia e Lituania). In Grecia, in Italia e a Cipro, sottolinea la Bce, invece, “la crescita media è rimasta negativa anche dopo il 2014″. L’attuale ripresa, conclude la Bce, dura da poco più di due anni ed è pertanto ancora in una fase piuttosto precoce. La durata media delle principali fasi di ripresa dei dati storici ” è di circa nove anni”. In passato, le fasi di ripresa nei cicli dei prezzi delle abitazioni si sono spesso concluse poichè le espansioni si sono trasformate in veri e propri boom con valutazioni insostenibili. Le misure di valutazione applicate ai dati aggregati dell’area dell’euro indicano che “i prezzi sono sostanzialmente in linea con i fondamentali e non mostrano i segnali di eccessi osservati nel 2007, ossia alla fine della precedente grande fase di ripresa”. Tuttavia, “questa prospettiva aggregata non esclude valutazioni eccessive e corrispondenti vulnerabilità a livello di singoli Paesi o regioni, specie laddove le dinamiche dei prezzi delle abitazioni sono associate a un’elevata crescita dei mutui e di un’alta leva finanziaria. Nell’attuale contesto di bassi rendimenti e di connessa ricerca di rendimenti, queste vulnerabilità vanno attentamente monitorate”.