Con la guida “Come fare affari in Qatar” Diacron Press, marchio editoriale della società di consulenza contabile e fiscale internazionale Diacron Group, torna nelle librerie on line con un nuovo titolo della collana 100×100 business. La guida è dedicata a imprenditori e professionisti dell’economia desiderosi di internazionalizzarsi nel paese che si è collocato tra i primi 50 nella classifica sulla facilità di fare impresa stilata dalla Banca mondiale (Ease of Doing Business 2015). Un piccolo stato con poco più di 2 milioni di abitanti, tra i più ricchi al mondo grazie ai suoi giacimenti di gas naturale, che oggi punta a diversificare l’economia promuovendo i settori non oil & gas. “La Qatar National Vision 2030”, dice l’Ambasciatore d’Italia Guido De Sanctis nella prefazione della guida, “ha proprio questo obiettivo: trasformare l’economia del Paese da un sistema fondato sulla rendita estrattiva a una società che cresce grazie alla conoscenza”. La National Vision definisce gli obiettivi che la nazione intende raggiungere attraverso una strategia di sviluppo. “I programmi delineati nella Qatar National Vision 2030 porteranno nel Paese importanti investimenti, di cui una buona parte sarà destinata ai settori industriali non-oil come quello delle costruzioni”, precisa Karim Ramadan, consulente di Diacron e responsabile del desk di Doha. La famiglia regnante mira a fare del Qatar un polo di attrazione culturale in grado di competere con Parigi e New York. Parallelamente i mondiali FIFA in programma per il 2022 rappresentano una importante vetrina e nello stesso tempo l’avvio di un percorso di potenziamento delle infrastrutture per il quale sono stati già stanziati 140 miliardi di dollari in diversi progetti: dall’ampliamento del porto all’aeroporto all’espansione della metro nella zona nord di Doha, fino allo sviluppo delle reti autostradale ferroviaria. Queste opere offrono opportunità di business anche alle imprese italiane: richiedono infatti ingenti forniture di macchinari e mezzi di automazione e movimentazione che l’industria locale non è ancora in grado di produrre in proprio. “L’apertura agli scambi commerciali, il sostegno allo sviluppo del settore commerciale e non oil, la stabilità politica, i grandi progetti pubblici di potenziamento delle infrastrutture e un sistema fiscale agevolato per le società straniere sono fattori che concorrono a rendere il Qatar un mercato attraente per gli investitori di tutto il mondo”, prosegue Karim Ramadan.
Il Qatar si è classificato tra i primi 50 Paesi nel ranking della Banca mondiale sulla facilità di fare impresa (Ease of Doing Business 2015). Un piccolo stato con poco più di 2 milioni di abitanti e una crescita reale del PIL al 5%. Quali sono le ragioni che rendono il Qatar attraente per gli investimenti stranieri?
“Tra i principi che ispirano la politica del governo di Doha ci sono l’apertura agli scambi commerciali internazionali e il sostegno allo sviluppo del settore commerciale e non oil”, risponde Karim Ramadam, “Inoltre, la stabilità politica: il Paese è governato dalla famiglia reale Al Thani che gode del consenso della popolazione locale. Infine, in vista dei Mondiali FIFA 2022, il Qatar spenderà 140 miliardi di dollari in infrastrutture come l’ampliamento del porto e dell’aeroporto, la costruzione di nuove strade, nuovi centri commerciali e strutture alberghiere. Per concludere, le politiche di apertura agli investitori stranieri insieme a forti piani di investimenti rendono il Qatar un mercato interessante per gli investitori stranieri”.
L’Oil & gas rappresenta il 50% del PIL, ma con il programma “Qatar National Vision 2030” si punta alla promozione e allo sviluppo di industrie e settori economici non oil & gas. In che cosa si concretizza questo piano e quali sono le aree più interessanti su cui investire?
“La Qatar National Vision 2030 definisce gli obiettivi e i risultati che la nazione vuole raggiungere grazie alle iniziative della strategia di sviluppo nazionale. I programmi delineati nella Qatar National Vision 2030 porteranno nel Paese importanti investimenti, di cui una buona parte sarà destinata ai settori industriali non-oil come quello delle costruzioni. Sono infatti in corso lavori del valore di miliardi di dollari, comprendenti la creazione di una rete ferroviaria, l’ampliamento della rete viaria e la costruzione di complessi residenziali, alberghieri, commerciali. È importante citare il progetto che ha portato alla costruzione dell’Hamad International Airport, il nuovo aeroporto internazionale di Doha. È in fase di realizzazione un progetto di rete ferroviaria integrata, progetto da 25 miliardi di dollari che dovrebbe essere completato nel 2026 e prevede in una prima fase la realizzazione di un sistema di metropolitana nella capitale e la costruzione del ponte di 40km tra Qatar e Bahrain”.
Dal punto di vista fiscale esistono incentivi per chi investe in Qatar?
“In Qatar le societa’ straniere godono di una tassazione agevolata pari soltanto ad un’aliquota fiscale del 10%. Inoltre, sono assenti imposte quali l’IVA e non è possibile tassare il cittadino o la persona giuridica per cause inerenti le donazioni, la compravendita e le eventuali successioni patrimoniali. Per concludere, un apposito collegio di specialisti può, su richiesta dei diretti interessati, valutare la possibilità di una totale esenzione fiscale relativamente all’avvio e allo sviluppo di alcuni progetti. Questo è possibile in caso si ritenga che l’attività esaminata sia in grado di migliorare il paese dal punto di vista sociale o di potenziarne le forze economiche”.
Il gruppo Diacron ha un desk nella capitale Doha e ha sempre puntato molto sull’area del GCC. In che cosa può essere di supporto alle aziende italiane che vogliono sviluppare qui il proprio business?
“Il Gruppo Diacron supporta gli investitori stranieri in maniera totale durante il loro ingresso nel mercato, sostegno che puo’ partire dall’analisi di fattibilità del progetto alla vera e propria implementazione del business, attraverso la costituzione societaria. Inoltre, Diacron può occuparsi di tutti gli aspetti amministrativi-burocratici, oltre che della contabilità in outsourcing per i propri clienti”.
10 ragioni per investire in Qatar
• Il Paese gode di una posizione geografica strategica sulle direttrici dei flussi commerciali dai mercati emergenti dell’Estremo Oriente a quelli europei e viceversa.
• La presenza nel sottosuolo di ingenti risorse naturali colloca il Qatar al terzo posto nel mondo per le riserve di gas naturale e al tredicesimo posto per le riserve di petrolio.
• Il Qatar è uno dei paesi più ricchi al mondo, ma non ha perso lo slancio della crescita. Negli ultimi anni il PIL ha registrato incrementi a due cifre (16,7% nel 2011) e, più recentemente, è stato superiore al 5% (6,24 nel 2012, 5,7% nel 2013). Per il 2014 ed il 2015 è stimata similarmente una crescita del PIL del 5.4% e del 4.9%.
• Tra i principi che hanno ispirato la politica del governo di Doha ci sono l’apertura agli scambi commerciali internazionali e il sostegno dello sviluppo del settore commerciale e non oil.
• Nella prima metà del 2013 le banche qatarine hanno registrato un aumento del loro patrimonio del +18% e l’aumento del +41% dei depositi bancari.
• La stabilità politica: dal XIX secolo il Paese è governato dalla famiglia reale Al-Thani, che gode delle simpatie del popolo qatarino.
• In vista dei Mondiali FIFA 2022, il Qatar spenderà 140 miliardi di dollari in infrastrutture come l’ampliamento del porto e dell’aeroporto, la costruzione di nuove strade, di nuovi musei, centri commerciali e hotel.
• Il governo ha stipulato accordi sulla doppia imposizione con diversi Paesi.
• Sono state promulgate leggi liberali che facilitano gli investimenti; l’ambiente sociale è sicuro ed amichevole.
• Il Qatar è membro del Gulf Cooperation Council (GCC) e gode il beneficio di un mercato unico con gli altri paesi membri.