Dagli ultimi mesi del 2013 il mercato dei veicoli commerciali e industriali ha invertito la tendenza. Dopo una crisi durissima che ha portato le vendite di commerciali ad attestarsi nell’intero 2013 su livelli inferiori del 58,8% rispetto a quelli antecrisi (2007) in dicembre si è registrata una crescita del 6,4%. Per i veicoli industriali che nell’intero 2013 accusano un calo sul 2007 del 63,1%, la svolta si è avuta in ottobre con un incremento del 2,9% seguito da crescite del 25,7% in novembre e del 165% in dicembre. Mica male.Che i dati degli ultimi mesi del 2013 indichino un segnale di inversione di tendenza e non un semplice rimbalzo è confermato dall’andamento del primo quadrimestre 2014 che ha visto le vendite di veicoli commerciali crescere del 15,6% e quelli dei veicoli industriali dell’8,5%. “Si tratta di segnali forti per il quadro economico italiano”, afferma Renzo Servadei, segretario generale di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), “quadro economico che, nonostante le attese ufficiali più volte manifestate fin dal primo semestre 2013, non è più in caduta, ma non si può affermare che sia in ripresa”.
Come dimostrano i dati più recenti sulla produzione industriale e sul prodotto interno lordo, il sistema economico italiano è entrato infatti in una fase di stagnazione da cui potrebbe uscire sia verso l’alto che verso il basso. L’inversione di tendenza per i veicoli commerciali e industriali, come anche l’andamento della fiducia delle imprese e dei consumatori e pochissimi altri indicatori, supportano la tesi di chi prevede che l’uscita dalla stagnazione dell’ultimo semestre sarà verso l’alto e vi sarà quindi una ripresa.
Le flotte e i padroncini di veicoli commerciali e industriali, dopo aver dovuto negli anni passati rinviare molte decisioni d’acquisto già mature, tornano ora ad immatricolare mezzi nuovi. È del tutto evidente che, da un lato, sono costretti dal fatto che vi sono sostituzioni che non possono essere ulteriormente procrastinate, ma, dall’altro, ritengono che i flussi di trasporto dovrebbero nel prossimo futuro intensificarsi per l’avvio della ripresa dell’economia. Per il settore dell’autotrasporto di merci la crisi economica nel prossimo futuro potrebbe dunque mordere meno, ma proprio la ripresa potrebbe rendere ancora più dura la competizione con i concorrenti italiani e dell’Unione Europea. La crisi ha avuto come conseguenza la ristrutturazione di molte aziende di autotrasporto, che ora sono pronte ad affrontare il mercato con maggiore efficienza di quella che aveva caratterizzato gli anni delle vacche grasse e con grande aggressività dopo il grande digiuno. In questo quadro essenziale diventa il contenimento dei costi.