Le pmi italiane, che costituiscono il 90% del tessuto industriale, non possono permettersi la figura di un risk manager. Un sondaggio condotto da Cineas, su un campione di 1.324 aziende con fatturati compresi tra i 50 e i 250 milioni di euro, ha rivelato che oltre l’80% degli imprenditori italiani ritiene che i rischi siano oggettivamente aumentati rispetto al passato, ma solo il 46% di loro ha deciso di affidare le politiche di gestione del rischio a una divisione specializzata. Tutta un’altra cosa accade all’’estero dove l’80% delle aziende considera l’area rischi come una funzione chiave, capace di fornire strumenti utili per affrontare la volatilità del mercato e la complessità dell’organizzazione. Oltre il 91% dei manager di 400 grandi aziende in tutto il mondo valuta il risk management come strumento fondamentale sia per la crescita sia per i profitti (dati Accenture). La Federazione europea delle associazioni di risk management (Ferma), ha classificato l’Italia all’ultimo posto per qualità delle sue attività di risk governance, proprio a causa del grande numero di pmi che ne sottovaluta o ne ignora il valore aggiunto. Più del 54% delle imprese italiane, infatti, non ha una struttura dedicata e oltre l’84% non prevede di introdurla nel prossimo futuro (dati Cineas). Una proposta per contenere i costi di una professionalità che si occupi dei rischi aziendali è quello di affidarsi al comparto assicurativo che da alcuni anni si sta specializzando nel fornire, oltre alle classiche polizze, servizi di valutazione e piazzamento dei rischi dedicati alle pmi, anche servizi di analisi aziendale studiati e offerti gratuitamente alle organizzazioni più piccole in modo da rendere possibile ottimizzare l’allocazione del capitale e proteggere la reputazione dell’azienda sul mercato.