di Lea Valori. Il Salento, conosciuto anche come penisola salentina o Tacco d’Italia, è racchiuso tra il mare Adriatico ad est ed il mare Ionio ad ovest nella parte meridionale della Puglia. L’origine del suo nome deriverebbe dalla parola sale inteso come “terra circondata dal sale-mare” o dai Salenti originari della città di Salenzia che si insediarono qui. La Puglia offre molto al turista anche in questo inizio di autunno che tra queste terre è ancora caldo. È un vero e proprio tuffo nella natura ancora incontaminata, nella conoscenza di un popolo caloroso e accogliente, nella scoperta di una enogastronomia eccellente e genuina. Molteplici sono anche i motivi d’interesse archeologico, storico, artistico e religioso con cattedrali, santuari, chiese rurali, chiese rupestri, cripte e castelli. In cinque ore di viaggio in treno, con un comodo Freccia Argento, si arriva alla stazione di Brindisi. In alternativa, l’aereo o la macchina. La macchina è il mezzo migliore per muoversi nell’entroterra e visitare, comodamente ed in piena libertà, tante altre località degne di nota come Ostuni, Carovigno, Torre Guaceto, Oria, Porto Cesareo o Cisternino. Sin dall’arrivo, il paesaggio è bellissimo, l’aria è fresca e pulita, la luce è abbagliante e pura. La pianura è costellata di borghi e centri agricoli, di terra rossa ed olivi secolari vecchi di 3000 anni! Il clima mediterraneo rende la Puglia una destinazione ideale per trascorrere periodi di vacanza o per soggiorni in primavera o in autunno. Prima tappa e luogo di temporanea residenza, Oria, che dista soli 32km da Brindisi, 45km da Lecce e 35km da Taranto. Collocata su di un cordone collinare di antiche dune fossili che domina la sottostante pianura salentina, fu un importante centro messapico e poi romano. I Messapi, antica popolazione italica, si stabilirono nella Messapia (forse “Terra fra i due mari”) che corrispondeva alle province di Brindisi, Lecce e parte della provincia di Taranto. Oria è un dedalo di stradine strette e ripide e si caratterizza, come altri borghi salentini, per il colore delle sue abitazioni imbiancate con la calce. La calce – materiale da costruzione noto sin dall’antichità – viene tuttora utilizzata per riflettere la luce rendendo le case più luminose e fresche nei periodi estivi. Nel medioevo, fu sede di una grossa colonia ebrea il cui quartiere, la Giudecca, esiste ancora oggi. La visita parte proprio dalla quattrocentesca Porta degli Ebrei, per arrivare alla Cattedrale e più su al Castello, costruito sull’Acropoli messapica, ed alcuni palazzi medioevali, il più importante dei quali è quello di Martini-Carissimo.
La Cattedrale di Oria, del XIII° secolo, ricostruita nel1750, haun’imponente facciata barocca ed una cupola a mattonelle policrome. Al suo interno, si possono ammirare stucchi, marmi e le statue del protettore San Barsanofio e dei Santi Medici che si festeggiano il 5° giovedì dopo Pasqua di ogni anno, durante le ‘Pirdunanzi’. Oltre ai Santi Cosma e Damiano, coprotettori della città, anche le statue dei fratelli più giovani Antimo, Leonzio ed Euprepio sfilano per le vie della città verso la piazza illuminata con spettacolari luminarie. Nella “cripta delle mummie” sono conservati i cadaveri mummificati di confratelli dell’Arciconfraternita della morte: una scena particolare e un po’ inquietante che deve la sua origine al fatto che i morti potevano venire seppelliti dalle confraternite.
Le tradizioni, la riscoperta della memoria storica e la festa sono momenti importanti di aggregazione. A Piazza Manfredi, nel centro della città di Oria, ogni anno dal 1967 nella seconda domenica di agosto ha luogo il Torneo dei Rioni con un corteo storico che vede sfilare dame, cavalieri ed atleti in costume. Il corteo rievoca l’evento storico del 1225 quando Federico II decise di bandire una giostra in attesa di incontrare la futura sposa Jolanda di Brienne. Per vincere il “Palio”, i quattro rioni della città, Castello, Judea, Lama e San Basilio, si confrontano in prove di destrezza e di combattimenti (ariete, botte, forziere pesante circa 80 chili, gara del ponte, velocità e destrezza) di stampo medioevale molto impegnative. Un salto nella storia tra gli stupendi colori dei costumi, coinvolgenti musiche e balli delle odalische. Grazie a questa manifestazione, ad Oria sono nati quattro gruppi di sbandieratori che si esibiscono anche all’estero. Per approfondire la storia salentina si può visitare il museo etnologico, il più grande del Mezzogiorno con oltre 3000 oggetti, ed il “Centro di Documentazione Messapica”.
Per rilassarsi, ci si può concedere una sosta al Bar Carone, storica caffetteria dal 1941 per assaggiare le “cosce di monaca”, il dolce tipico. A Oria è possibile pernottare presso incantevoli case vacanze sia all’interno del borgo antico sia nel resto della città. Denominatore comune: il silenzio, cosa rara ormai nelle grandi città, per cui un sonno ristoratore è garantito. Le case vacanze sono dotate di tutti i comfort e sono ben arredate conferendo un’atmosfera ed un accoglienza calorosa e avvolgente. Dal belvedere, si può godere di un panorama a perdita d’occhio sulla pianura salentina tra macchia mediterranea, oliveti secolari, querceti, vigneti e un mare di un blu trasparente e cristallino. Il mare incontaminato è dotato di spiagge attrezzate o appartate con sabbia finissima. Per questo ci si può spingere a Porto Cesareo. Qui si possono fare gite in barca fino all’Isola dei Conigli e scorgere, sul fondale marino nel punto in cui naufragò una nave romana, antiche colonne in porfido. Con la sua via delle pescherie, l’abbondante pesce fresco ed i tanti ristoranti, Porto Cesareo è luogo ideale per gli amanti del pesce.
Chi ama lo sport e la natura, deve andare a Torre Guaceto, a pochi chilometri da Carovigno, sede di una riserva naturale con area marina protetta e zona umida di interesse internazionale. Per proteggerne l’habitat, la riserva è visitabile solo a piedi, in bicicletta oppure con il trenino del mare. Ampia è la scelta di attività e sport che si possono praticare al suo interno: corsi di vela e windsurf, ciclo trekking, trekking, immersioni e corsi subacquei. Una parte della riserva, che ha una superficie di 1114 ettari, è occupata da coltivazioni dove si produce l’Oro del Parco, l’olio extra vergine di oliva, il pomodoro fiaschetto presidio Slow Food ed i pesci pescati con le reti a maglia larga.
Da Torre Guaceto si sale su per visitare la Chiesa-grotta del Santuario di S. Maria del Belvedere, con affreschi e la città di Carovigno con il suo Castello costruito nel XV sec. Alle pendici della città, si può pernottare presso l’hotel Corallo, un 3 stelle moderno e finemente decorato a 5 minuti dalla spiaggia attrezzata con cabine, ombrelloni e sdraio nonché di un bar. Cisternino, con un belvedere sulla Valle d’Itria, ha vicoli tortuosi con palazzetti del 1500. Sin dal 1951 nella piazza principale al BARFOD ci si può rilassare bevendo un fresco caffè con ghiaccio e latte di mandorla. Cisternino è anche la città dei vitigni a bacca bianca, Verdeca e Aleatico di Alessano e della mandorla pazza, dolcetti di mandorla e zucchero. Ultima tappa, Ostuni, la città bianca che, da lontano, sembra un presepe illuminato, un suggestivo borgo medioevale arroccato su di un colle, con viuzze e scalinate pittoresche che costeggiano case tutte bianche. La Cattedrale ha un’enorme rosone a 24 raggi. Centro della vita cittadina e della movida, è Piazza della Libertà con la colonna in rococò e la statua del patrono della città, S. Oronzo, ed i molteplici bar alla moda. Da visitare il Museo della civiltà pre-classica della Murgia Meridionale, che racchiude i resti della prima mamma dell’umanità, una giovane donna morta a soli 23 anni vissuta 28mila anni fa.
Enogastronomia
Ostuni, Carovigno, Cisternino, Oria, pur se ognuna con le proprie ricette, sono tutte centri di eccellenza enogastronomica. Ostuni, in particolare, è sede della Fondazione Dieta Mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, volta a promuovere e tutelare i prodotti tipici e genuini del Salento: latticini, pecorino, ricotta da grattuggia, mandorle, fichi freschi e mandorlati, frutta, olio extra vergine d’oliva, carciofi, fave secche in purea, cicoria, taralli, uva, carne e pesce, il pane e la pasta fatta in casa (orecchiette e strascenate); vini bianchi e rossi tra cui Aleatico di San Pietro Vernotico D.O.C., Malvasia, Mesagne o Messapia (rosso), Nero del Brindisino o Negramaro, Rosato di San Donaci.