Dopo lo storico “debutto” ai “Saloni” di Milano Scm group – azienda riminese che fornisce tecnologie per la lavorazione del legno e dei suoi derivati – è presente a Icff-International Contemporary Furniture Fair, in programma fino al 23 maggio al Jakob K. Javits Convention Centerin di New York.“Il coronamento tangibile di un progetto al quale lavoriamo da tempo”, ha commentato Adriano Aureli, contitolare di Scm Group. In occasione dell’ultima edizione dei Saloni milanesi è stato organizzato l’evento “I Wood Like – Handmade & digital crafting”, uno spazio che ha avuto un enorme successo di pubblico, nato dalla collaborazione con FederlegnoArredo e l’associazione Culturalegno per mostrare quante opportunità ci siano per chi vuole porre il legno al centro del “fare impresa”. Attraverso un percorso artigianale – grazie alle abilità manuali di ebanisti, intarsiatori, tornitori mostrate dagli associati a Culturalegno – o in modo più tecnologico, magari con un potente ma “abbordabile” centro di lavoro a controllo numerico “made in Scm Group”.
L’azienda riminese a New York mostrerà come un centro di lavoro, un investimento alla portata di una impresa artigiana, possa realizzare, ad esempio, un tavolo di grande fascino e complessità come il “Vaulted table”, progettato dallo studio londinese Bloomlab. Scm Group a New York sarà anche top partner della mostra-evento “Le botti rinascono a San Patrignano”, la presentazione di oggetti e arredi disegnati da grandi firme del design internazionale e realizzati nella falegnameria della comunità – realtà impegnata nel recupero dei giovani dal dramma delle droghe e delle dipendenze che non ha alcun bisogno di presentazioni – riutilizzando il legno delle botti esauste dove maturano i vini prodotti dalla cantina San Patrignano, un’altra delle eccellenze di questa istituzione.
Lampade, mobili, porte, giochi per bimbi, poltrone, sedie, tavoli disegnati da una trentina di designer di chiara fama, da Claudio Bellini a Luca Scacchetti, da Pierluigi Cerri a Michele De Lucchi, da Aldo Cibic a Terry Dwan, da Elio Fiorucci allo chef Gualtiero Marchesi, da Karim Rashid a Matteo Thun, da Aldo Spinelli ad Angela Missoni, da Paola Navone ad un altro chef, Marc Sadler, passando da Paolo Pinifarina o Maurizio e Davide Riva. Dopo la prima tappa a Boston e le giornate di New York la mostra toccherà Washington, Charleston, Miami, Houston per tornare nuovamente a New York e poi trasferirsi a Chicago e ad Atlanta.