Toby Nangle, responsabile multi-asset allocation in Threadneedle Investments, commenta le implicazioni che potrebbe avere il voto ”Si” per l’indipendenza della Scozia sulla sterlina, l’economia e il suo nobile popolo.Lo scetticismo del mercato riguardante il fatto che la Scozia voterà per l’indipendenza il 18 settembre è stato significativamente provato dai recenti sondaggi, i quali hanno rivelato come la maggioranza dei “No” appare ora meno probabile. Dunque, le implicazioni sui mercati finanziari per il voto sull’indipendenza della Scozia appaiono significative.
Le rotture dell’unione monetaria sono sempre stati eventi rari e tumultuosi, quindi ci aspettiamo che l’interesse internazionale sia particolarmente significativo. Nel caso della Scozia, il risultato avrà un forte impatto: il paese è molto sviluppato e ha un settore finanziario fuori misura rispetto al resto della sua economia.
Anche se il voto ‘Sì’ non dovesse vincere, in caso di una maggiornaza non schiacciante le società potrebbero iniziare a organizzare i loro affari sulla base del fatto che la separazione rimane comunque possibile in futuro, con conseguente calo degli investimenti in Scozia.
Che implicazioni potrebbe avere una nuova moneta?
La scelta sul regime valutario a seguito della potenziale indipendenza è tutt’altro che chiara. Ma il parere commissionato dal Tesoro UK e l’intervento straordinario di Sir Nicholas McPherson – segretario permanente al Ministero del Tesoro britannico – è inequivocabilmente contro una unione monetaria. Questo rende il rifiuto unanime da parte dei partiti politici britannici per un’unione monetaria con una Scozia indipendente, e lascia aperte due opzioni sulla sterlina:
1) “Sterlingisation”, come ad esempio l’adozione unilaterale della sterlina, ma senza voce in capitolo negli affari monetari o con accesso alla banca centrale come prestatore di ultima istanza;
2) una nuova moneta indipendente.
Le implicazioni di investimento per le due scelte sono differenti, ma nessuna delle due sembra favorire la stabilità finanziaria nel breve termine. Appare ragionevole chiedersi se gli scozzesi possano dubitare sulla capacità della Scozia indipendente di mantenere un legame con la sterlina o se una nuova moneta scozzese potrebbe soddisfare le loro esigenze e cercare di spostare i loro depositi nel Regno Unito.
Implicazioni per le banche scozzesi
Il bilancio delle banche scozzesi è circa dodici volte la dimensione del Pil scozzese (contro le cinque volte per il resto del Regno Unito), ponendo sotto i riflettori il sistema finanziario. In caso di un esito positivo alle votazioni, le banche scozzesi manterrebbero la possibilità di accedere alla Banca di Inghilterra come prestatore di ultima istanza prima che l’indipendenza venga completata nel 2016. Assumendo che le banche scozzesi continueranno ad aver bisogno dell’accesso alla Banca d’Inghilterra, ci si aspetta che la maggior parte del sistema bancario possa spostare il domicilio a sud del confine prima del 2016. Tutto ciò lascerebbe le banche in Scozia operare come succursali estere o sussidiarie a controllo scozzese.
Le incertezze potrebbero avere un impatto sulle classi di attivo rischiose
I mercati non amano l’incertezza e il calendario dei negoziati che circondano il divorzio costituzionale è necessariamente lungo. Date le incertezze costituzionali ed economiche connesse a una potenziale rottura del Regno Unito, un voto per l’indipendenza riporterebbe uno shock negativo per le attività finanziarie del Regno Unito, portando verso una significativa debolezza della valuta. Tuttavia, i mercati finanziari attribuiscono ancora una probabilità molto bassa all’indipendenza scozzese. La debolezza della sterlina sperimentata negli ultimi mesi è stata principalmente nei confronti del dollaro: contro l’euro e lo yen il cambio è quasi rimasto invariato.
E’ improbabile che una moneta nuova di zecca possa dissuadere gli investitori internazionali dal finanziare buoni progetti con solidi fondamentali. Ma, in assenza di un crollo dei prezzi tale da rendere le valutazioni a buon mercato, gli investitori aspetteranno fino a quando la nebbia di incertezze politiche, monetarie, finanziarie ed economiche che avvolgono la Scozia si dissolvano.
Altre implicazioni di investimento
Le banche scozzesi potrebbero veder scendere le loro valutazioni nell’ipotesi di una massiccia uscita di depositi. Aziende con una notevole quantità di debito in sterlina potrebbero trovare le loro attività e passività non più abbinate (ad esempio, avrebbero passività in sterline ma ricavi in valuta scozzesi). Questa situazione ha causato problemi di ogni genere nei mercati emergenti, dove questo tipo di discrepanza è più comune.
Dato il probabile colpo alla fiducia delle imprese derivante dalla incertezza politica/costituzionale a seguito di un voto positivo, ci aspettiamo che la Banca d’Inghilterra rallenterà il suo percorso per un futuro rialzo dei tassi nell’economia. Di conseguenza, il Gilt a breve scadenza potrebbero performare bene; i Gilt a lunga scadenza possono beneficiare di un ‘flight to quality’.
Anche in caso di un voto negativo, non escludiamo ulteriori futuri referendum. Mentre questo sarebbe meno dannoso per i mercati finanziari, tuttavia sembrerebbe essere di grande pericolo per il popolo scozzese. È probabile che, d’ora in poi, le aziende organizzano i loro affari sulla base del fatto che la separazione è possibile se non probabile, e questo rischia di determinare una riduzione dei livelli di investimenti in Scozia.