Quando arriverà l’Election Day, molti americani avranno già votato. E siccome il voto anticipato quest’anno sembra andare più di moda rispetto alle ultime elezioni presidenziali del 2012, il nome del successore di Barack Obama potrebbe emergere ben prima dell’8 novembre prossimo. E potrebbe essere quello di Hillary Clinton.
Lo scrive il New York Times ponendo l’attenzione sugli Stati determinanti per le
prossime elezioni. L’impressione è che la candidata democratica
stia raccogliendo i frutti di anni di sforzi da parte del suo
partito di riferimento per fare proseliti e registrare gli
elettori affinché possano esprimere il loro voto.I primi dati in arrivo
dalla Florida e dal North Carolina mostrano che l’ex segretario di Stato era in leggero vantaggio
già prima di venerdì 7 ottobre, quando è spuntato un video del
2015 in cui un 59enne Donald Trump sessista diceva di potere fare
di tutto alle donne, anche “prenderle per i genitali”. Nel primo
caso, i democratici stanno richiedendo più moduli per votare da
casa (cosa che negli Usa è piuttosto semplice) di quanto non
stesse succedendo in questa stessa fase della corsa elettorale
nel 2012.Nelle aree densamente popolate da ispanici vicino a Miami
e Orlando, tali richieste sono aumentate del 50 per cento. Quanto
al North Carolina, uno Stato in cui quattro anni fa il candidato
repubblicano Mitt Romney era in vantaggio nel voto anticipato, i
democratici stanno richiedendo molti più moduli per votare
tramite posta rispetto al 2012. La partecipazione dei
repubblicani al voto anticipato, di contro, sta subendo un
calo.
In una campagna elettorale il voto anticipato potrebbe avere quest’anno un impatto senza precedenti.
Secondo lo staff di Clinton, più del 40 per cento dell’elettorato
voterà prima dell’8 novembre nei cosiddetti Swing State. Proprio
per questo il nome del prossimo presidente potrebbe arrivare ben
prima dell’Election Day.Lo Stato più vitale è senz’altro la Florida,
dove il testa a testa sembra garantito. Là Obama vinse nel 2012 con un vantaggio
di soli 73.000 voti. Non a caso i democratici hanno fatto causa
al governatore repubblicano Rick Scott perché estendesse l’arco
di tempo utile per registrarsi al voto anticipato, così da
ovviare anche ai ritardi e ai problemi causati a molti cittadini
dello Stato dall’uragano Matthew. La scadenza era ieri ma il
giorno precedente un giudice federale aveva consentito il
posticipo di un giorno; e in un’udienza prevista per oggi
potrebbe essere consentito più tempo.C’è da dire che nel Sunshine
State i repubblicani sono comunque riusciti a ridurre la distanza che avevano accumulato contro i
democratici nelle registrazioni al voto: quattro anni fa si
trattava di un buco di mezzo milione di persone, che oggi si è
ridotto a 274mila circa. Un simile trend si sta verificando anche
in North Carolina, Nevada e Pennsylvania. Ma potrebbe non
bastare: a meno che non ci sia un capovolgimento negli Stati in
bilico, conclude il Nyt, se perderà la Florida, Trump perderà del
tutto.