La stampa 3D è sempre più diffusa. Per gli usi e utilizzi più disparati. Dalla carteratura del carrello di un aereo al collettore di scarico per una caldaia; dalla protesi di un arto amputato o una replica di un’aorta ai blocchi di motore o componenti di robot antropomorfi. E c’è chi, come Kentstrapper, creare una tromba acustica per catturare i suoni in Antartide. Sono i produttori di stampanti 3D, nati sulla scia di quella che ormai tutti definiscono ‘terza rivoluzione industriale’ o che hanno riconvertito in parte il proprio business. Imprese che ogni giorno si trovano a fare i conti con le esigenze di numerosi settori, dal medicale all’aerospaziale, dal meccanico al manifatturiero. Proprio per raccontare le sfide implicate dalla produzione nel comparto della meccanica e dalla subfornitura e raccontare le potenzialità della stampa 3D applicata a questi contesti produttivi, 3DPrint Hub – il progetto dedicato alla stampa 3D che si terrà a Fiera Milano all’inizio del 2015 – ha scelto di fare tappa a Mecspe, fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione, che si concluderà domani a Parma –www.3dprinthub.it/parma2014.
I produttori di stampanti o di servizi per il 3D presenti alla prima tappa del road show di 3DPrint Hub, vedono il futuro prossimo della stampa 3D interconnesso con lo sviluppo e l’ottimizzazione dei processi produttivi più che ad una fruizione di massa: “Il movimento maker è un fenomeno interessante, ma ancora più interessante è il movimento di ampi settori dell’industria verso il rapid manufacturing con la produzione di piccoli lotti, personalizzati specificamente per l’uso”, afferma Davide Ardizzola di Jdeal-Form. “Certo il movimento maker e dei fab lab è sostanzialmente un avvicinamento della componente creativa dei consumatori al processo produttivo, ma fino a quando non si sviluppino nuove dinamiche di creazione dei contenuti il settore consumer difficilmente sarà destinato a crescite drammatiche e a milioni di pezzi”.
Come fa notare anche Gianni Querci di Gimax3D la stampa 3D è ancora uno strumento per pochi esperti. ”Per far sì che questa tecnologia arrivi al mercato consumer, dovremo aspettare ancora alcuni anni, in attesa dell’arrivo dei grandi costruttori che stanno aspettando la maturazione del settore per fare i lori investimenti sulla massa. Inoltre, occorre che i metodi di approccio alla stampa 3D siano di facile utilizzo da parte di tutti: ad oggi, non basta inviare un disegno alla stampante 3D per realizzare un oggetto, ma ci vuole un approccio ai programmi che ottimizzano la stampa stessa”. La stampa 3D è, infatti, un settore che richiede una forte professionalizzazione e competenza degli operatori: non ci si può improvvisare ed è per questo che i produttori vedono di buon occhio ogni iniziativa volta ad avvicinare con consapevolezza i più giovani a questa nuova modalità produttiva. “Nelle scuole si stanno iniziando a costituire corsi rivolti ai giovani per avvicinarli alla modellazione, e da parte nostra, non possiamo che auspicare che questa tecnologia sarà disponibile sempre a più persone”, dice Luciano Cantini di Kentstrapper, il quale non dimentica che la prima formazione deve essere quella di chi già opera nel settore: “La rapida evoluzione del mercato e la nascita di nuovi competitor ha comportato la necessità di avvalersi di figure professionali che possano dar mano nello sviluppo di nuovi progetti e prodotti e nella loro diffusione sul mercato italiano e straniero” Le difficoltà per le imprese non sono solo quelle di aggredire un mercato nuovo e a volte refrattario, ma è anche quella di sorreggere quello che Ardizzola di Jdeal definisce “Costo del sistema Italia: burocrazia, inefficienze, costo del lavoro”.
“L’accesso al credito è il problema maggiore, parlando da Start Up la cosa è ancora più preoccupante. Si parla di aiuti concreti ma, senza garanzie reali che si avvicinano spesso al 100% degli investimenti, nessun istituto di credito è disposto a intervenire. Così le startup oltre a dover sviluppare le idee devono ricorrere a forme diverse di finanziamento”, racconta Querci di Gimax3D. Una difficoltà tutt’altro che secondaria per imprese che operano in un settore in rapida evoluzione e in cui ogni sforzo deve essere rivolto all’innovazione per aumentare le prestazioni dei modelli esistenti, migliorando tecnologie e materiali impiegati. Lo spirito di entusiasmo che circonda le start up del 3D, derivante da un comparto in forte espansione e pieno di stimoli, è però più forte di qualunque ostacolo e porta gli imprenditori a rimboccarsi le maniche, come racconta Marcello Andreacchio di Sdm3D: “La burocrazia e lo scarso aiuto da parte delle istituzioni non aiutano le imprese. Ma la buona volontà di noi imprenditori e l’impegno, ci permettono di riuscire a superare queste difficoltà, anche se con notevoli sforzi”. “Essendo una startup affrontiamo tutto con grande entusiasmo e fiducia” riassume Querci di Gimax3D per tutti.