Il fondo triennale gli Aiuti umanitari e protezione civile dotato di 700 milioni dedicato dalla Commissione ai migranti sarà, per adesso, utilizzato principalmente per la Grecia.
Solo in una seconda fase le risorse Ue per la crisi dei migranti potrebbero essere impegnate anche a sostegno dell’Italia. E’ quanto ha spiegato il commissario europeo per gli Aiuti umanitari, Christos Stylianides, a Roma per la conferenza internazionale “The Eu and the global development framework. A strategic approach to the 2030 Agenda”, organizzata dall’Istituto affari internazionali.
BRUXELLES DEVE SOVRAINTENDERE I FONDI
L’Europa – ha spiegato il commissario – vive “tempi straordinari e questi richiedono azioni straordinarie”. Alla crisi dei migranti non si può rispondere in ordine sparso, ma serve un’azione collettiva, improntata al “pragmatismo e alla credibilità”. Per Stylianides, arrivati a questo punto dell’emergenza, bisogna “riflettere su quale Europa vogliamo e come questa possa essere un vero attore globale”. La strada da seguire non è quella di “alzare nuove barriere”: questo approccio non risolverà il problema. Bisogna, invece, “gestire meglio le nostre frontiere esterne”, impegnandoci sulle “cause” profonde dei conflitti, in Siria, Iraq e Afghanistan, e lavorando per “opportunità di lavoro, istruzione, infrastrutture e protezione sociale per rafforzare la resilienza” delle comunità. Quindi, occorre potenziare gli sforzi lontano dai nostri confini.
IN TRE ANNI SI SPENDERANNO 700 MILIONI
In questo senso, il commissario ha ribadito le cifre del piano, lanciato pochi giorni fa, che sarà dedicato dalla Commissione all’emergenza rifugiati: 700 milioni in tre anni, con 300 milioni nel 2016 e 200 milioni all’anno nel 2017 e nel 2018. Le risorse saranno gestite proprio dalle strutture del commissario ma, almeno per adesso, non arriveranno in Italia. “Al momento la Grecia è lo Stato ad avere maggiore necessità”. Solo in una seconda fase una parte dei fondi potrebbe toccare al nostro paese.
Muove anche i primi passi il piano di aiuti da tre miliardi di euro dedicato alla Turchia: saranno pagati per due miliardi dagli Stati dell’Ue e per il resto dall’Unione europea. Al momento, risultano stanziati 95 milioni di euro: di questi, 55 milioni serviranno per l’istruzione dei bambini siriani, mentre 40 milioni saranno usati per l’acquisto di beni di prima necessità, attraverso il Programma alimentare mondiale (Wfp).
All’incontro dell’Istituto affari internazionali ha partecipato anche il viceministro degli Esteri, Mario Giro, che ha incentrato il suo intervento sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: “Esiste uno stretto legame fra pace, sicurezza, diritti umani e sviluppo sostenibile e la nuova Agenda 2030 di sviluppo sostenibile crea un nuovo campo d’azione globale per rispondere a queste sfide”. Per il viceministro, “i diciassette obiettivi per uno sviluppo sostenibile, insieme all’Addis Abeba le di politiche destinate a influenzare le decisioni dei governi di tutto il mondo”. Tutti insieme compongono “il miglior codice di condotta che la comunità internazionale è stata in grado di elaborare fino ad oggi per stimolare lo sviluppo globale in maniera realmente sostenibile”. Per questo l’Ue, Italia in testa, è chiamata a impegnarsi “nell’applicazione interna dell’Agenda 2030”.