“E’ malleabile resistente, leggero ma densissimo, trasparente. Soprattutto duttile e incredibilmente versatile. Per quale motivo l’ho scelto? Perché il graphene somiglia a me”. Le parole di Rachid Khadiri che da immigrato marocchino si laurea a Torino in ingegneria civile sono state riprese per una nuova sperimentazione artistica di Amy D Arte Spazio – www.amyd.it – e della piattaforma economArt per un’economia di qualità. Si tratta dell’introduzione inedita e mai sperimentata in arte contemporanea di un nuovo materiale, definito dalla comunità scientifica il nuovo Santo Graal, materiale delle meraviglie e / o del futuro; uno strato spesso solo un atomo, composto di carbonio di dimensioni nanoscopiche.
E pensare che tutto è nato da un rotolo di scotch e una matita.
Ottenere nuove generazioni di super-materiali diventa possibile grazie alla scoperta di una “farfalla” nota con il nome di farfalla di Hofstadter; il primo a sperimentare questa possibilità è il graphene, il materiale più resistente e sottile del mondo, la cui scoperta è stata premiata con il Nobel per la Fisica nel 2010 assegnato ai russi Andre Geim e Konstantin Novoselov prestati all’Università di Manchester. La gestazione di The Transparent dream, è il frutto di un lungo lavoro di circa due anni e ha richiesto la – mobilitazione di molti contatti istituzionali per valutare le infinite potenzialità del nuovo materiale. In un’epoca dominata dalla tecnica in cui l’innovazione non risponde soltanto ad esigenze umane o personali ma crea procedure, modalità, nuovi bisogni, l’arte può generare una “destabilizzazione virtuosa” concependo l’operazione artistica come don-azione. L’opera d’arte trae oggi linfa di ambiti disciplinari diversissimi e lontani come la fisica quantistica, la robotica, l’ingegneria genetica, la neurologia, l’esplorazione spaziale, elaborando sul piano espressivo e comunicativo le innovazioni tecnologiche e trasformandole in un nuovo linguaggio in cui al dato va restituito un valore, non solo economico, ma “esperienziale” ed “emozionale”, come nel caso delle opere Stati d’entropia di Arcangelo Sassolino del 2005 o On Space Time Foam del 2013 di Thomas Saraceno. The Transparent dream è una scommessa per il futuro di un certo – tipo – di arte contemporanea, quello che si aspetta qualcosa di realmente nuovo da un potenziale artistico ormai dirompente. L’obiettivo di Amy D Arte Spazio con The Transparent Dream è testare il grafene sotto forma di fogli, inchiostri, polveri , aerogel, grazie a un gruppo di artisti selezionati che declineranno il materiale a creazioni artistiche.
Durante la serata di presentazione della nuova piattaforma con in mostra “Nobody” 2013 di Mattia Novello (ri-assemblaggio di due biliardi scomposti) il materiale sarà consegnato con un’investitura (atto del dono). Questo sarà l’inizio di un percorso (inteso come piano strategico) che si specializzerà in mostre, laboratori e performance sugli smart materiali (silicene, aerogel, nanocellulosa), in cui le opere avranno dei referenti dell’industria e della ricerca e che traghetterà il progetto economArt sul graphene all’Expo per “un’economia di qualità. L’Unione Europea ha scelto proprio il progetto Graphene (insieme a quello sullo Human Brain) con un finanziamento record di un miliardo di euro per i prossimi dieci anni stanziati come iniziativa di punta per costruire il futuro della tecnologia e dell’innovazione, lanciando la Graphene Flagship, iniziativa coordinata di ricerca di proporzioni senza precedenti.
Il nuovo materiale futuristico ha spopolato all’ufficio brevetti con migliaia di registrazioni negli ultimi anni. Prima la Cina con 2.204 brevetti, a seguire gli Stati Uniti e la Corea; il graphene è la terra promessa della scienza destinato a diventare il materiale – miracolo – del XXI secolo, come lo è stata la plastica nel secolo precedente. Samsung ha registrato 407 brevetti che ruotano attorno al graphene ma anche la Nokia e Ibm non sono da meno. In Italia la DirectaPlus è una startup nanotecnologica che con il progetto Atanor si occupa di depurazione delle acque, rinforzo delle gomme per auto e biciclette, applicazioni tessili e di riproduzione del rumore. Si tratta di un materiale capace di condurre elettricità meglio del rame, trasparente come il vetro, ultrasottile e più resistente dell’acciaio (200 volte di più).
Immaginate di poterlo piegare come se fosse plastica e realizzare così schermi touchscreen da arrotolare e potarvi in tasca. Un metro quadro di graphene, tanto per dare un’idea, pesa meno di un milligrammo, possiede straordinarie proprietà elettriche, ottiche, termiche e magnetiche, che apriranno la strada a una gran massa di applicazioni: dall’aviazione alla scienza dei materiali, dalle biotecnologie ai semiconduttori, la rimozione dell’arsenico dall’acqua potabile e la creazione di fonti energetiche alternative. “Direi piuttosto che è l’uovo di Colombo”, dice Andrea Ferrari, neo direttore del primo Graphene Center inaugurato a Cambridge, a cui parlare di materiale delle meraviglie piace poco. “Grazie alle sue caratteristiche così speciali è una piattaforma tecnologica con applicazioni quasi illimitate. Gli ostacoli da superare sono la produzione del materiale, a partire dai costi e la competitività con altre tecnologie”.