Nessuno avrebbe mai immaginato che a Varese si celebra l’Epifania con il cammello dolce di pasta sfoglia prodotto solo per il 6 gennaio. Scusa….? Si tratta di un omaggio alla tradizione, ma anche simbolo di accoglienza e beneaugurante per l’anno appena iniziato. Il cammello dolce naturalmente è un pretesto per visitare la città. Il portale turistico della Camera di Commercio di Varese dedica proprio un sezione alla Varese da gustare in occasione della festa della Befana.
L’Epifania varesina è caratterizzata dal cammello
Ma come mai la cavalcatura dei Re che resero omaggio al Bambino Gesù è diventata un dolce tipico proprio per la Befana di Varese? Un solo giorno (al massimo due, considerando anche il 5 gennaio, la vigilia) per gustare un dolce che non racconta solo di una leggenda.
Il portale del turismo varesino rende omaggio a questa tradizione che trova le radici nel passaggio del Barbarossa dalla Città Giardino. I pasticceri di Varese concordano sul fatto che le origini dei cammelli a Varese possano essere ricondotte alla spiritualità del viaggio dei Re Magi. Secondo la leggenda infatti, le reliquie dei Magi furono rubate da Federico Barbarossa nella chiesa di Sant’Eustorgio a Milano. Nel loro cammino verso la Germania dove furono donate all’arcivescovo di Colonia, fecero una sosta a Varese. La forma fa riferimento alla cavalcatura tipica dei Magi. Secondo la tradizione questi si spostavano nei loro viaggi con cavallo, cammello ed elefante, simboli dei continenti Europa, Africa e Asia.
Proprio a ricordo di questo passaggio, i pasticceri di Varese vollero realizzare un dolce particolare, dando vita a una tradizione molto sentita.
Gabriela Ghezzi della Pasticceria Ghezzi
«Mio nonno nel 1919 si trasferì da Milano a Varese per aprire una pasticceria in corso Matteotti. Fu il titolare della pasticceria Garibaldi a prestargli lo stampo per fare i cammelli, il dolce tipico dell’Epifania di cui il nonno non sapeva nulla. I cammelli vengono realizzati solo per la festa dell’Epifania e nascono di pasta sfoglia semplice. Poi sono arrivati quelli farciti con creme o panna, di pasta frolla con marmellata o crema e la frutta. L’importante è però tenere fede alla forma e alla tradizione». Da Varese questa usanza negli ultimi anni si è estesa anche alla provincia, fermo restando una produzione limitata ai soli giorni del 5 e del 6 gennaio.
Dolce tutto l’anno
Per chi si trovasse a passare da Varese negli altri giorni dell’anno, sono diverse e molteplici le specialità che la città e il suo territorio offrono. Restando in tema di dolci, ad esempio, c’è il Dolce Varese realizzato dalla pasticceria varesina Zamberletti intorno agli anni Trenta: zucchero, burro, uova, nocciole, mandorle, tre farine diverse tra cui quella di mais. .
E a Varese non si può dimenticare la tradizione degli amari. Dal Sacro Monte di Varese nasce l’Elixir al Borducan, amaro creato nella seconda metà dell’Ottocento dall’erborista Davide Bregonzio. Dopo la sua partecipazione alla spedizione dei Mille, Bregonzio unì al profumo delle arance, sconosciute nel nord Italia, gli aromi delle erbe naturali del Campo dei Fiori. La ricetta è a tutt’oggi segreta e lo si trova Al Borducan al Sacro Monte oltre che in alcuni locali della città.
Un po’ più recenti sono invece l’Elixir 3 Fiori e l’Amaro Rubino. Nati negli ultimi anni ma hanno sempre alla base le erbe locali. Il primo è la nuova proposta di Osteria Irma, il locale nato nel 1949 al Campo dei Fiori rinnovato dalla nuova gestione a partire dal 2017. L’amaro Rubino è invece la proposta di Matteo Rubino: un liquore artigianale a base di erbe provenienti dalle Prealpi lombare e dal Piemonte. Si tratta di uno dei primi liquori sul mercato ad essere certificato bio, grazie alla filiera corta e controllata delle erbe utilizzata.
E per l’aperitivo, Varese va sulla Luna
Uno degli aperitivi più celebri creati in città si chiama Apollo 11 ed è un’invenzione di Pietro Pirola. Si tratta di una bevanda alcolica colore rosa con cui il Pirola nel 1969 volle rendere omaggio proprio alla Luna. Anche qui, la ricetta è segreta.