L’’indice borsistico delle società dell’industria fotovoltaica cinese, guidato da LDK Solar e Suntech Power Holdings, sta registrando la migliore performance da otto settimane dopo che il governo cinese ha annunciato un rimborso fiscale a favore dei produttori di moduli che realizzano impianti in conto proprio. LDK ha guadagnato il 30% a 1,93 dollari, Suntech è salito del 26%.I produttori di moduli potrebbero così aumentare ricavi e margini dopo un lungo periodo di crisi a causa dell’eccesso di capacità. In particolare, secondo quanto stabilito lo scorso 29 settembre dal ministero delle finanze cinese, i produttori di pannelli potranno beneficiare di un’agevolazione fiscale pari al 50% dell’imposta sul valore aggiunto sui moduli usati per realizzare impianti in conto proprio.
Il modello da seguire sembra quindi quello delle statunitensi First Solar e SunPower che, grazie alla realizzazione di impianti in conto proprio (da cedere una volta allacciati e in esercizio a investitori finanziari), a partire dal 2012 hanno realizzato sostanziosi profitti. Il Governo cinese tenta così di massimizzare le prospettive di crescita del mercato domestico che, secondo un report di Deutsche Bank pubblicato il 27 settembre scorso, nel 2014 dovrebbe registrare nuove installazioni pari a 13/15 gigawatt da 6/7 gigawatt attesi nel 2013.
Notizia neutrale per le società quotate in Borsa. Si rafforza comunque l’aspettativa che saranno i paesi emergenti, ed in particolare la Cina, a trainare lo sviluppo del fotovoltaico nei prossimi anni. Fonte di energia che l’Epia stima sarà quella a maggiore tasso di crescita tra tutte quelle disponibili tra il 2015 e il 2030.In questa prospettiva è quindi da giudicare positivamente la scelta di TerniEnergia, annunciata ieri in occasione della presentazione del piano industriale 2014-16 (in allegato) di rifocalizzare la propria attività di installazione di impianti fotovoltaici di taglia industriale per conto terzi con focus suo Paesi emergenti ovvero Sudamerica e Asia.
Anche Kinexia sta implementando un processo di internazionalizzazione che ha preso corpo con una serie di accordi tra i quali quello sottoscritto lo scorso 28 marzo con Sound Group, colosso cinese attivo nel settore ambientale e della green economy che ha scelto la società come interlocutore grazie alle sue tecnologie e all’alto standard qualitativo con cui opera da anni.